Primo giorno di scuola – Comincia l’anno accademico per gli studenti di Lazio, Toscana, Umbria e Trentino. Maria Chiara Carrozza interviene via Twitter, Ignazio Marino apre un istituto e Rete degli studenti annuncia una protesta davanti a tutte le scuole
La scuola è iniziata. Oggi la prima campanella dell’anno è suonata per migliaia di studenti in tutta Italia. Con la riapertura delle scuole di Lazio, Toscana, Trentino e Umbria, infatti, l’anno scolastico 2013/2014 può davvero dirsi avviato.
Ma i ragazzi rientrati in aula stamattina non sono stati primi a inaugurare l’anno scolastico: il primato va, infatti, agli studenti di Bolzano, che si sono ritrovati sui banchi di scuola già il 5 settembre; a seguire sono tonati in classe gli alunni di Molise (9 settembre) e Piemonte (10 settembre).
Domani poi ricominceranno le lezioni nelle scuole di Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Veneto e Valle d’Aosta, mentre per gli studenti siciliani, abruzzesi, calabresi, campani, romagnoli, liguri e sardi le vacanze finiranno solo il 16 settembre. Buona ultima la Regione Puglia, che riaprirà i cancelli scolastici solo il 17 settembre.
Intanto i ragazzi che hanno cominciato oggi le lezioni hanno ricevuto gli auguri di diverse figure istituzionali: Ignazio Marino, sindaco di Roma, ha voluto presenziare all’apertura dell’istituto XXV Aprile di Via Federico Borromeo, in un quartiere popolare della capitale; mentre il Ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza ha ricordato con affetto il suo primo giorno di scuola su twitter, commentando: “Stamani molti genitori portano i figli al primo giorno di scuola, anche io mi ricordo di più il primo giorno da madre che quello da figlia”.
Ma l’apertura delle scuole coincide tradizionalmente anche con polemiche e mobilitazioni: i ragazzi di Rete degli studenti, l’insieme delle associazioni studentesche delle scuole superiori, hanno voluto esprimere la loro delusione per mancanza di politiche rivolte ai giovani e all’istruzione. Per questo, annunciano, saranno presenti davanti a tutti gli edifici scolastici d’Italia, armati di lavagna, simbolo per eccellenza della scuola. Una maniera per “spiegare i nostri diritti fondamentali, tratti dallo Statuto degli studenti e delle studentesse – come si legge nel comunicato di Rete degli studenti – e allo stesso tempo per far scrivere a tutti gli studenti come ricostruire la Scuola e quindi il Futuro. Una lavagna di diritti e di idee. Una lavagna per ripartire. Una lavagna per scrivere Scuola e leggere Futuro”.