Perché riaprire per 30 giorni? I dubbi degli studenti prima del temuto rientro a scuola

Una 16enne scrive al Premier: Così gettiamo le basi per nuove quarantene. I governatori preoccupati oggi incontrano il ministro Bianchi
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Una 16enne scrive al Premier: Così gettiamo le basi per nuove quarantene. I governatori preoccupati oggi incontrano il ministro Bianchi

Nel migliore dei casi, come in Emilia Romagna, c’è forte preoccupazione e una corsa contro il tempo per correggere il sistema dei trasporti e farlo reggere. Nel peggiore c’è il no dei governatori. Luca Zaia lo esprime per il Veneto: “Sono contrario alla riapertura” ha detto il presidente leghista, anche lui temendo il nodo trasporti. Insomma, se tornare tra i banchi è un desiderio forte del Governo, dal Premier Mario Draghi al ministro per l’Istruzione, Patrizio Bianchi, anche per dare “un segnale politico” di considerazione della scuola come priorità del paese, da più parti la data di lunedì è vista come una prova difficile, se non impossibile da superare.

E cosi dopo i presidi sono i presidenti delle Regioni a lanciare qualcosa in più di un allarme. A Trento solo la prima e la quinta superiore andrà in presenza al 100%, anche qui il punto è legato ai traporti. Il 100% è una chimera anche per Piemonte e Toscana, che hanno infatti annunciato l’impossibilità di una riapertura completa per tutte le classi. In Puglia, Michele Emiliano darà libertà di coscienza alle famiglie tra presenza e Dad.

“Vogliamo trovare soluzioni ma bisogna raccontare la verità e dire fin dove è possibile arrivare, altrimenti si fanno danni” ammonisce il presidente della Conferenza Stato-Regioni, Massimiliano Fedriga, che oggi incontrerà assieme ai colleghi proprio il ministro Bianchi, che ascolterà i problemi sottolineati a livello locale.

Così come riporta il Corriere del Mezzogiorno, da Napoli è stata invece una studentessa a scrivere al Premier Draghi, interpretando il sentimento di tanti: “Perchè riaprire per 30 giorni?”. Flavia Di Nocera è una studentessa di 16 anni che frequenta il terzo anno del liceo classico Plinio Seniore di Castellammare di Stabia. Dice di essersi confrontata con i compagni, “la maggior parte sono d’accordo con me, ma c’è anche chi la pensa diversamente. Per me aprire oggi non significa aprire, ma gettare le basi per nuove chiusure e nuove quarantene” ha scritto al presidente Draghi. “Cosa ci spinge a gettare all’aria tutti i nostri sforzi, a far impennare di nuovo i contagi, a speculare sulle vite degli studenti, simili a delle cavie in un mostruoso esperimento che paga ogni errore con delle vite umane?”.

Sempre in giornata sono attese le regole da parte del Comitato Tecnico Scientifico, ma non dovrebbero esserci novità rispetto alla prima riapertura e gli istituti che non potranno garantire il 100% in presenza potranno ancora utilizzare in parte la didattica a distanza. “Non sempre e non in tutti i territori quel protocollo è stato correttamente attuato” fa notare a proposito delle vecchie regole l’Associazione nazionale presidi, che chiede regole precise. Per esempio sulle distanze, uno o due metri. Oppure sull’utilizzo di mascherine chirurgiche o ffp2.

Anche i sindacati vogliono chiarezza e bocciano i test rapidi. “Si rischia l’effetto macchia di leopardo perché la competenza è regionale” dice la Cisl. Mentre la Cgil chiede vaccinazioni e protocolli di sicurezza prima di riaprire, la Uil una commissione interna.

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