Per il principe Harry uccidere i Talebani “è un lavoro”

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Il Principe Harry fa ancora parlare di se. “Uccidere i talebani è un lavoro che ti aspetti di dover fare”, ha detto al suo ritorno in Inghilterra, dopo aver concluso le sue venti settimane di servizio in Afghanistan.
Il ventottenne di Buckingham Palace è finito sulle prime pagine di molti giornali per aver raccontato di aver sparato contro i talebani dal suo Apache.
“Aprire il fuoco è stato necessario per proteggere le truppe alleate e il popolo afgano”, ha detto.
Il copilota, però, è stato duramente criticato per affermazioni provocatorie quali: “i soldati prendono una vita, per salvarne un’altra” o “ho messo il nemico fuori gioco”. E come se non bastasse, ha poi detto ai microfoni della RAF Brize Norton: “Penso ai tanti ragazzi che sono operativi in questo momento. Noi stiamo continuando, essenzialmente, a fare un lavoro. Un lavoro per noi stessi, un lavoro per i ragazzi rimasti lì e, dal mio punto di vista, soprattutto per quelli che sono rimasti sul campo”.
“Stiamo offrendo supporto alla gente e all’esercito afgano. La differenza tra il 2006 e oggi è assolutamente fantastica”. E ancora: “Si arrivano a fare cose che ci si aspetta di dover fare, quando si indossa questa uniforme”, ha continuato.
Harry era stato accusato di essere un “codardo in fuga dai mujaheddin” da un portavoce dei talebani, Zabiullah Mujahid. “Non credo abbia partecipato ai combattimenti. Forse avrà visto i mujaheddin in un film, ma è tutto”, aveva detto, ironico. “Non ha mai partecipato ad una operazione di guerra, per questo non si rende conto dei danni economici causati al Regno Unito e alle vite dei soldati”. E poi, aveva concluso: “Non ha il cervello per capire che c’è una guerra qui”. Dal canto suo, Harry sembra aver preso il suo ruolo nell’esercito come un gioco. “E’ come un videogioco”,  ha raccontato. E ha peggiorato la sua posizione, aggiungendo: “questo lavoro è la mia gioia”. “E’ una gioia per me perché io sono una di quelle persone che ama giocare alla PlayStation e alla Xbox, così, con i miei pollici, mi sento utile”.
A.Z.

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