Oxford, più autonomia grazie agli "alumni"

oxford.gifAlla più antica e prestigiosa istituzione accademica d’Oltremanica piace il “privato” e sta stretto lo Stato. Insomma: l’ingerenza del governo di Sua Maestà Britannica, alla lunga, potrebbe diventare troppo ingombrante per l’Università di Oxford. Ecco perché il vicerettore John Hood sostiene che sia “meglio rinunciare ai fondi statali e aumentare le tasse anziché subire l’influenza del governo sulle selezioni per l’ammissione e su altre questioni interne”.
In buona sostanza, la prestigiosa università britannica non dovrebbe dipendere dallo Stato e dovrebbe cercare fondi altrove. La proposta, che arriva poco prima dell’inizio di una revisione delle tasse di iscrizione a Oxford da parte del governo, non vuole essere una vera e propria privatizzazione.
“La questione è più complessa”, ha detto Hood. In pratica, il vicerettore sostiene che l’università dovrebbe poter applicare le tasse che ritiene necessarie senza sottostare all’influenza del governo, in modo da avere il miglior corpo docente possibile e mantenere alti gli standard di ammissione Hood, che lo scorso anno ha avviato una campagna per raccogliere donazioni private, è già riuscito a far aumentare i finanziamenti da parte degli ex studenti – noti anche sotto il nome di “alumni” – dell’ateneo.
Attualmente il 14% dei laureati a Oxford fa donazioni ai propri college. Secondo il Daily Telegraph, il totale dei finanziamenti privati è di circa 3 miliardi di sterline per i 38 college della cittadina britannica.

Manuel Massimo

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