Si è chiusa a Roma la ventiduesima edizione di OrientaSud, Il Salone delle opportunità per i giovani del Meridione. Dalla tre giorni, interessanti indicazioni da parte dei ragazzi sulle loro scelte di studio e di lavoro. Presi d’assalto gli stand informativi delle università straniere e i workshop per gli scambi e il lavoro all’estero.
Ingegneria e Informatica gli indirizzi più cliccati dai ragazzi. Nella classifica delle facoltà più seguite durante i giorni del salone spiccano ingegneria e informatica che staccano le altre aree di studio; a seguire Scienze sociali, Psicologia e Scienze della Formazione, sul podio anche Economia e Statistica. Al quarto posto Medicina e Professioni Sanitarie, Moda e Design al quinto; scende Giurisprudenza che si piazza ottava su quindici indirizzi generali. I giovani sembrano così virare verso le materie Stem – Science, Technology, Engineering and Mathematics – sempre più richieste dal mercato del lavoro.
Le domande più frequenti dei ragazzi nella tre giorni del Salone delle opportunità sono state incentrate sugli sbocchi dei corsi di laurea e sulle prospettive occupazionali di breve periodo, a significare un grande interesse, se non una preoccupazione per l’ingresso nel mondo del lavoro: “Quale percorso universitario devo intraprendere per avere più possibilità nella ricerca di un lavoro? Quante lingue devo conoscere per essere competitivo rispetto agli altri candidati di un’eventuale posizione lavorativa? Devo seguire la mia passione o guardare alla concretezza lavorativa del mio percorso? Quale indirizzo posso intraprendere per convalidare gli esami di Medicina nel caso fallissi il test?”.
La conferma del grande interesse dei più giovani al proprio futuro lavorativo è stata la costante partecipazione ai seminari e ai workshop dedicati al tema. In assoluto il più seguito è stato: “il percorso di selezione e il colloquio di lavoro”, a seguire quello sugli strumenti di previdenza sociale, sull’apprendistato, sulle competenze digitali e sulla mobilità europea.
“Lavorare in chiaro”
Una piacevole sorpresa è stata la partecipazione al seminario dell’Inps sul tema della previdenza e dei contratti occasionali, da utilizzare come strumento giuridico per dare una copertura assicurativa ai primi lavori. Così da non trovarsi in età avanzata senza contributi versati.
“Ai giovani dico di lavorare in chiaro ed evitare il lavoro in nero – ha affermato il presidente dell’Inps Pasquale Tridico, intervenuto in collegamento alla kermesse – il mio consiglio ai ragazzi è quello di orientarsi di più sulle competenze che stanno sulla frontiera dell’innovazione tecnologica”. Ricordando poi quanto sia stato importante il welfare nella sua carriera professionale ha aggiunto: “Devo ringraziare il nostro Stato e il nostro sistema di welfare, perché mi ha fornito una borsa di studio e un alloggio in una casa dello studente senza le quali io non avrei potuto permettermi di studiare a quei livelli. Oggi con maggiore orgoglio rappresento il welfare come presidente Inps”.
L’Apprendistato
Visto il target di giovani partecipanti alla manifestazione, il ministero del Lavoro, insieme all’Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro ha presentato il workshop: “Apprendiamo l’apprendistato”, così da portare ai ragazzi e al pubblico di addetti ai lavori, la conoscenza di “un contratto vero e proprio con diritti e doveri del lavoratore” – ha spiegato Pietro Tagliatesta (Ministero del Lavoro) -. “Il giovane alla fine del percorso di apprendistato potrà sommare l’esperienza di studio e quella di lavoro e avrà maggiore probabilità di trovare lavoro in futuro rispetto ai colleghi” ha raccontato il dirigente del ministero.
“Attività in azione” invece è il progetto raccontato da Paola Rampini di Anpal, un percorso “di avvicinamento graduale al mondo del lavoro dove il giovane viene accompagnato nella sua esperienza lavorativa e di formazione attraverso tutor dedicati”, un’iniziativa di sostegno di grande utilità per ii ragazzi.
Voglia di Estero ad Orientasud
Spagna, Germania, Stati Uniti, Svizzera: “Migliaia le richieste di colloqui per gli stand di università ed enti di formazione, soprattutto quelli stranieri. “Gli studenti italiani riscoprono la voglia di fare un’esperienza fuori dai confini nazionali, probabilmente accentuata dopo il momento difficile della pandemia da Covid-19”, spiegano gli esperti di “Italia Education” la fondazione che si occupa dei contenuti scientifici di Orientasud.
L’Erasmus aiuta a trovare lavoro. Non poteva mancare al Salone la mobilità transnazionale e il programma per i giovani più famoso in Europa: Erasmus. L’argomento è stato affrontato nel workshop curato da Inapp ed Erasmsu+ Vet, nel corso del quale è venuto fuori che: “Il 30% dei partecipanti al progetto Erasmus ha creato una propria rete di contatti per un futuro lavoro, il 27% ha trovato lavoro nel Paese dove ha fatto l’Erasmus, oltre il 30% ha ricevuto un’offerta di lavoro da un’impresa estera, il 70% partecipa più attivamente alle attività formative quando rientra nel proprio Paese di origine, mentre, quasi il 50% dei partecipanti all’Erasmus ritiene che l’esperienza sia servita a proseguire gli studi”, ha spiegato Natalia Guido (Ministero del Lavoro) e Laura Borlone (Inapp).
Il primo stage in Europa. Esiste la possibilità per i giovani di essere sostenuti nella ricerca di una prima esperienza di stage, di tirocinio o di lavoro vero e proprio, nell’ambito della comunità europea. Quest’opportunità è stata presentata ai giovani di Orientasud, dall’Anpal che ha illustrato il progetto EURES Targeted Mobility Scheme , una misura di sostegno concreta per i ragazzi.
“Nel corso della tre giorni di Orientasud abbiamo avuto l’impressione di confrontarci con una generazione più matura e consapevole – ha dichiarato Mariano Berriola, presidente di Orientasud -. L’interazione negli incontri tenuti al salone, i temi affrontati, e le tante domande ricevute, sono il segnale di una partecipazione attiva ed interessata dei ragazzi che ci ha piacevolmente sorpreso. Se il Governo avvia politiche innovative per la formazione ed il lavoro, ed attua progetti concreti per i nostri giovani, allora possiamo sperare in un miglioramento delle loro competenze e della loro condizione occupazionale” ha concluso Berriola.