La notizia è venuta fuori quasi per caso, grazie alle ricerche di un giovane laureando di Lettere che ha richiesto la documentazione al Tribunale di Roma: il faldone ‘portante’ dell’Istruttoria sulla morte di Valerio Verbano sarebbe “sparito” dagli archivi. Almeno dal 2007. Dopo che la vicenda è stata resa di pubblico dominio, grazie all’esposto alla Procura della Repubblica di Roma presentato il 12 dicembre scorso da Marco Capoccetti, universitario della Sapienza che sta preparando una tesi di laurea sull’omicidio di Verbano, il dossier è stato stranamente ritrovato.
Chi era Valerio Verbano? Un giovane vicino ad Autonomia Operaia, ucciso barbaramente nella sua abitazione davanti ai genitori il 22 febbraio 1980 a via Montebianco e i cui autori, cercati negli ambienti dell’estrema destra, non sono mai stati rivelati. Il 22 febbraio sarà il 29° anniversario dalla morte del ragazzo e come ogni si svolgerà il corteo nel quartiere degli amici e dei compagni della giovane vittima, che aveva soli 19 anni.
Il ‘portante’ mancante. Lo studente, lo scorso settembre, aveva fatto richiesta al Tribunale di prendere visione del materiale processuale. “Ne ho trovato soltanto una parte – ha raccontato Capoccetti – quello relativo alle indagini sui Nar e su Terza Posizione. Materiale generico, però, senza nessun accenno alla morte di Verbano. Mancava il primo faldone, il cosiddetto ‘portante’ dove c’era tutto il materiale dell’istruttoria. Ho fatto richiesta specifica e dopo due mesi mi hanno convocato per dirmi che non era stato trovato, che era, come si dice in gergo, fuori posto“. Materiale simile, ha spiegato lo studente, “non può sparire dagli archivi di un tribunale”: se ne può prendere visione, si può fotocopiare ma non farlo uscire se non con un cedolino in cui c’è scritto il nome del consultante e la data del prestito.
Misteriose sparizioni. La vicenda di Verbano ha conosciuto diversi momenti poco chiari dell’inchiesta, dalla sparizione di materiale come un cappellino e un guinzaglio trovati sul posto dell’omicidio alla stessa pistola, sparita, ritrovata a Palermo e poi sparita di nuovo: “Così come il dossier di Valerio – conclude Capoccetti – che si stava occupando dei legami tra malavita, neofascismo e traffico di stupefacenti, sequestrato dalla Digos e ritrovato, come affermò lo stesso giudice istruttore dell’epoca – D’Angelo – senza alcune parti fondamentali”.
“Ritrovamento” tempestivo. A poche ore dalla pubblicazione della notizia della misteriosa scomparsa del faldone ‘portante’, con un tempismo sospetto dal Tribunale fanno sapere di averlo ritrovato. Una coincidenza che non convince del tutto la signora Carla Verbano, madre di Valerio: “L’hanno trovato subito dopo che è apparsa la notizia sui giornali, mi viene da ridere – dice – il fatto è che magari l’hanno occultato perché avranno pensato che nessuno più sarebbe andato a cercarlo. Non sanno, però, quanto io sia caparbia nella ricerca della verità”. Una cosa è certa: la vicenda non finisce qui.
Manuel Massimo