Natale amaro per migliaia di insegnanti: docenti senza stipendio per un errore del MIUR

Un Natale senza sorriso, e pure senza stipendio. E’ quello che passeranno centinaia di docenti e Ata che hanno stipulato contratti con gli istituti per sostituire colleghi collocati in malattia o in aspettativa: a causa del mancato rifornimento del Sistema informatico di contabilità e gestione economica da parte del Mef, slittano i pagamenti di novembre e dicembre.

Per migliaia di docenti e Ata precari quello del 2013 sarà un Natale davvero magro: nelle passate settimane il Ministero dell’Istruzione non ha inviato a diverse scuole i fondi necessari per pagare le mensilità di novembre e dicembre dei supplenti cosiddetti “brevi”. Un’operazione che andava assolta entro lo scorso 13 dicembre: per motivi tecnici se ne riparlerà non prima di gennaio. Lasciando così “a bocca asciutta”, senza nemmeno la percentuale di tredicesima dovuta, i tanti docenti e Ata che anche nel corrente anno scolastico hanno stipulato un contratto con la scuola di servizio, in modo da sostituire dei colleghi collocati in malattia o in aspettativa per vari motivi.

Dopo aver corrisposto, seppure con ritardo, le due mensilità di inizio d’anno scolastico, anche a seguito delle forti proteste dell’Anief, il Miur sta di nuovo ritardando sine die il diritto la retribuzione di tanti supplenti. La motivazione della mancata corresponsione degli stipendi è dovuta alla non completa “emissione speciale accessori dicembre 2013” da parte del Ministero dell’Economia e Finanze sul ‘Sicoge’, il Sistema informatico di contabilità e gestione economica. E ciò malgrado l’emissione speciale, di diversi milioni di euro ma evidentemente insufficiente, avvenuta nelle ultime settimane.

Quel che è sicuro, è che l’amministrazione statale non riesce più a finanziare regolarmente una parte degli oltre 8mila istituti scolastici italiani. E a saltare sono, per ora, gli emolumenti da assegnare ai dipendenti più deboli: i supplenti “brevi”. Che ogni giorno sono sempre più privati dell’adeguata considerazione, professionale e sociale.

“Si tratta di una situazione intollerabile – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – perché si va a infierire sulle già pessime condizioni economiche e lavorative che i docenti della scuola italiana devono affrontare. Basta ricordare che sono quelli a ricevere lo stipendio tra i più bassi dell’area europea, in media tra i 1.200 ed i 1.300 euro: a fare peggio è solo la Grecia. Come se non bastasse, adesso si aggiunge il mancato pagamento. E ciò va a minare ancora di più la dignità di tanti lavoratori che, ricordiamolo, – conclude Pacifico – mettono quotidianamente la loro professionalità al servizio di alunni e famiglie”.

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