I presidenti della Camera e del Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, sono stati duramente contestati dalla folla che si trova in piazza del Parlamento al loro passaggio in macchina, diretti verso il Colle. Contestato anche il parlamentare Ignazio La Russa al quale hanno urlato: “Buffone, buffone”.
In poche ore, dall’apatia all’entusiasmo: la mattinata spesa fra non voto e schede bianche, il primo pomeriggio in febbrile attesa per la risposta dal Colle, poi in crescendo fino all’esposione dell’entusiasmo in serata per la rielezione di Giorgio Napolitano al Quirinale.
Ma nella ‘tre giorni’ che ha segnato l’elezione del ‘nuovo’ Presidente della Repubblica, sono stati innumerevoli e mutevoli gli stati d’animo che hanno attraversato l’Aula di Montecitorio, teatro prima della battaglia e poi dell’accordo sul Capo dello Stato da eleggere. Ci si era avviati nel segno della speranza, per l’accordo che sembrava essere stato raggiunto sul nome di Franco Marini tra Pd e Pdl, scelto da Berlusconi all’interno della rosa di nomi proposta da Bersani. Una scelta politica che non mancava pero’ di sollevare stati d’animo anche diversi: perplessita’, timore, aperta ostilita’.
E, alla fine, sollievo per chi paventava la riuscita dell’operazione. Ieri, con l’indicazione di Prodi, la sicurezza del Pd faceva il paio con la rabbia del Pdl, mentre l’attesa era il sentimento emergente, per opposti motivi, sia fra i montiani che fra i grillini. Dopo il voto di bocciatura, la gioia era evidente fra i seguaci di Berlusconi, lo scoramento fra quelli di Bersani.
La giornata odierna, che si rivelera’ essere anche quella finale, si apre con un senso di apatia in Aula in attesa che accada qualcosa; e di autentico spaesamento fra i Democratici, nonche’ di forte timore per l’esito non solo della votazione per il Quirinale ma per le stesse sorti del partito. Poi, la ‘supplica bipartisan a Napolitano sia di Bersani che di Berlusconi; la trepidazione per il tenore della risposta dal Quirinale; il sospiro di sollievo per il si’ dell’inquilino del Colle, che rimarra’ tale anche dopo la scadenza del suo settennato. Infine, la sicurezza che tutto era oramai avviato senza sorprese e l’esplosione finale d’entusiasmo che saluta la permanenza di Napolitano al Quirinale.