Murcia e il referendum. Cosa ne pensano di tutto questo?


In questi giorni avrete sentito parlare della questione catalana e dei tumulti che ci sono stati e ci sono a Barcellona. Essere lontani non riesce a darti la vera percezione della situazione e di cosa sta realmente accadendo e nonostante io sia meno lontana di voi da tutto questo, anche qui a Murcia si riesce a percepire un aria di cambiamento. Passeggiando sulla gran via tutti i terrazzi e le finestre sono tappezzate da grandi bandiere, come un grido di protesta o forse più di supporto alla Spagna. Questo mi ha dato spunto per decidere di scrivere sulla questione, sperando di fare un po’ di chiarezza a chi, lontano o vicino come me, fa fatica a capirci qualcosa (si ammettiamolo dai), ma soprattuto di approfittarne e interrogare qualche amica di corso murciana o di paesini limitrofi, per sapere cosa ne pensano loro della situazione a Barcellona.
Innanzitutto cosa sappiamo della Catalogna e perché i suoi abitanti voglio l’indipendenza?
La storia di questa regione ha radici lontane, già in passato la Catalogna aveva infatti sperimentato delle forme di sovranità e indipendenza: dall’Impero Carolingio e delle sue contee, all’arrivo dei Borboni passando successivamente alle dittature di Primo de Rivera e Francisco Franco, tutto è cambiato, fino ad oggi.
Tutto è cambiato e tutto sta cambiando! Ma perché?
La Cataluña è una delle regione spagnole con più risorse, una delle più sviluppate in cui vivono almeno 7 milioni di persone e il suo Pil pro capite è al di sopra della media spagnola, superandola di quasi il 20 per cento.

Cosa c’è che non va allora in una regione cosi fiorente?
I rapporti con il resto della Spagna! Si sa che la convivenza non è mai facile, soprattutto se si parla di soldi. Barcellona si trova, a causa dei trasferimenti interni verso il governo di Madrid, a non riuscire a spendere quanto vorrebbe per i servizi ai propri cittadini, in breve: i catalani credono di versare troppe tasse a Madrid e non ricevere abbastanza indietro.
Ma è davvero cosi?
Parlando con alcune ragazze, ho avuto modo di scoprire una realtà un po’ diversa.
Monica e Esperanza sono state le prime ragazze spagnole che ho conosciuto a Murcia, frequentiamo la stessa classe di giornalismo e spesso ci ritroviamo per un caffè. Ho chiesto loro cosa pensavano del referendum, se si trovavano d’accordo con le scelte fatte dai politici e se erano propense più per il si o per il no.
Non sono d’accordo con il referendum che è stato fatto la scorsa domenica perché era illegale, sono sostenitrice del fatto che il governo centrale convochi un referendum legale e arrivi ad un patto con la Cataluña” mi dice Esperanza. “Anche io la penso cosi” aggiunge Monica, ” non riesco a capire tutta questa ansia di indipendenza, se vogliono essere indipendenti che lo facciano, ma in maniera corretta! Non come stanno facendo: illegalmente e andando contro alla costituzione.” Continuo ad ascoltarla, interessata nel capire il suo punto di vista.
Bisogna arrivare ad un accordo attraverso il dialogo, non con pugni e manganelli. Dovremmo essere un unità forte collaborare e aiutarci, non volere separarci e arrivare a picchiarci, perché è questo che ho visto e continuo a vedere e leggere sui giornali: il popolo che picchia la polizia e la polizia che picchia il popolo e mi sembra deplorevole che succede questo nel XXI secolo.
Ho intervistato anche Carla, la mia coinquilina, che vive in un paese vicino Murcia, “Se vogliono diventare indipendenti non potranno utilizzare l’euro, non saranno nella UE , non potranno importare e esportare, inoltre devono tanti soldi alla Spagna a dispetto di quanto si dice sulla loro ricchezza, ma soprattutto hanno votato illegalmente perché c’era gente che votava anche 4 volte, così che i numeri totali, le percentuali erano contraffatti”.
È difficile capire davvero come stanno le cose, soprattutto in una situazione così delicata. E voi dall’Italia, che ne pensate?
 
 
 
 
 
 
 
 

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