Prima scherza sulla parola “palindromo”, che per molti italiani potrebbe tranquillamente essere sostituita con quella di “palinsesto”, e poi va diritto su tre temi fondamentali: merito, corporativismo e idee.
Mario Monti a Verona, duranti gli Sati generali del Centro Nord, organizzati da ItaliaCamp, usa un po’ la carota e un po’ il bastone. Ringrazia i giovani, per lui veri attori del cambiamento, che con oltre 700 idee di innovazione e ricerca stanno cercando di migliorare il Paese, e poi ammonisce professori e docenti universitari, troppo chiusi secondo il Presidente in vecchi corporativismi.
Parte dal merito Monti: “Chi crede nel merito non ha paura del confronto e considera la diversità un arricchimento ed incoraggia la trasparenza”, per poi rivolgersi al mondo della scuola e della formazione. Il presidente bacchetta il Paese e il suo scivolamento verso ordini troppo chiusi in se stessi e intrappolati nei propri interessi. “Le corporazioni – sottolinea – hanno rappresentato l’unico accesso alle professioni. Oggi il corporativismo è anacronistico”.
Un atteggiamento, che secondo Monti, si annida anche nella scuola. “I professori mi contestano – precisa – ma conservare lo stato delle cose non serve a nulla, molti docenti sono sordi a qualsiasi cambiamento”. A farne le spese secondo il primo ministro sarebbero i giovani “vittime di tutto quello che non va bene in Italia”. La scuola invocata è invece “una scuola non ideologica e aperta la cambiamento”.
Ma il premier si dice anche pronto ad “ascoltare le istanze dei docenti senza strumentalizzazioni e senza corporativismo. Tutti devono partecipare allo sforzo e mettersi in discussione”.
Un ammonimento che infine rivolge anche al mondo universitario, “un luogo dove a volte si annida troppo potere”. “Noi sappiamo – che molti mali dell’economia nascono quando chi produce gode di monopoli e di mancata trasparenza. Per questo occorre che, anche negli atenei, i professori si sottopongano a continua revisione”.
(inviata a Verona)