Potrebbe essere il ministero dell’Istruzione, nel caso di una condanna del docente, a risarcire i danni agli studenti di un istituto superiore di Piacenza individuati come vittime di abusi da parte del loro professore di religione. È quanto riporta il quotidiano Libertà dopo l’udienza preliminare del procedimento che vede undici giovani, dieci ragazzi e una ragazza, considerati persone offese dai presunti comportamenti dell’insegnante indagato per violenza sessuale aggravata dalla minore età delle vittime, tentata violenza sessuale aggravata, stalking e molestie.
La responsabilità della scuola
Accolta quindi la richiesta dei difensori di tre studenti costituitisi parti civili, riguardo la citazione del ministero dell’Istruzione come responsabile civile: secondo i legali il professore e un dipendente del ministero e la scuola è stato il luogo dove l’insegnante è entrato in contatto con gli studenti diventate sue vittime. In pratica in aula si sarebbero create le premesse di reati consumati all’esterno della scuola. Nell’accogliere la richiesta degli avvocati la giudice ha fissato l’udienza al prossimo 7 aprile 2023 per dare la possibilità al Ministero d’intervenire: solo verrà presa la decisione definitiva sull’eventuale ruolo del dicastero nel processo.
L’indagine partita dopo le denunce delle famiglie
Dalle indagini coordinate dalla Procura di Piacenza era emerso che l’insegnante avrebbe inviato sui cellulari di alcuni studenti messaggi e video hard. Inoltre, in almeno due casi ci sarebbero stati incontri privati all’esterno della scuola. Era il febbraio del 2021 quando esplose il caso. Uno degli studenti coinvolti nella vicenda si era rivolto alla direzione della scuola, la quale aveva segnalato il problema all’ufficio scolastico regionale di Bologna. Sia l’amministrazione scolastica, sia le famiglie avevano presentato denunce alle forze dell’ordine. Era così partita l’indagine, affidata alla polizia municipale, che si era avvalsa anche di intercettazioni. Furono molti all’epoca gli studenti ascoltati dagli inquirenti. Dopo un incontro tra rappresentanti della Curia e il professore di religione, la Chiesa piacentina nel marzo 2021 aveva formalizzato la decisione di sospendere il docente.
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