Dopo il post dello scorso pomeriggio, Mentana lascia anche oggi il suo status su Facebook con alcune precisazioni. “Cari amici, vorrei rassicurarvi su un punto: io ho un lavoro che mi piace, e che oltretutto mi continua a dare gratificazioni ben superiori a quanto avrei mai potuto sperare“.
“Se ho gettato un sasso nello stagno è perchè ritengo che la situazione sia arrivata oltre la soglia critica, ed esiga impegni precisi a favore delle nuove generazioni da qui fino alle elezioni, che al più tardi saranno tra nove mesi. Non parlo di generiche rassicurazioni, parlo di proposte chiare e verificabili, su cui sia vincolante il confronto con chi chiede il vostro voto. Se poi qualche “furbetto del giornalino” l’ha tradotto con “Mentana vuole entrare in politica facendo il partito dei giovani, lui che ha 57 anni“, questo dimostra due cose: che non hanno letto quel che ho scritto, e che sulla sostanza – il blocco totale della nostra società verso gli Under 30 – non si sono minimamente soffermati, tanto i giovani non leggono i giornali… Un movimento per il lavoro ai giovani, se per fantasia nascesse davvero, dovrebbe candidare solo persone di quelle classi di età, vincolate a rappresentare l’interesse e i diritti di chi negli ultimi anni è stato sacrificato nel patto spartitorio sul lavoro, cioè da quell’intesa non scritta che potremmo riassumere, visti gli effetti, con lo slogan “Tutte le tutele a chi è già entrato, nessuna a chi resta fuori”. Ecco, semplicemente vanno allargati i diritti ed estese le tutele, e se la coperta del welfare è troppo corta non deve per forza lasciare scoperti tutti i nuovi soggetti per avvolgere tutti gli altri. E non lasciamoci abbagliare dai discorsoni sui vincoli europei o sui soldi che non ci sono: servono solo a continuare a non far niente, in nome di chi ha tutto l’interesse a lasciar le cose come stanno. Sono pronto a discuterne con chiunque voglia parlarne seriamente, al di fuori del cicaleccio sui “Vip che vogliono entrare in politica“.