Meloni: una battaglia contro lo sballo

Contro la cultura dello sballo il governo sta portando avanti una vera e propria battaglia. Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, ha parlato di “una grande sfida” da vincere. Durante il suo intervento al “question time” alla Camera, il ministro ha risposto a un’interrogazione sulle iniziative per prevenire e contrastare la diffusione delle forme di devianza relative all’età adolescenziale.
Le Comunità Giovanili istituite dal ddl licenziato dal Consiglio dei ministri lo scorso agosto e attualmente al vaglio della Conferenza Stato-Regioni, ad esempio, sono una “risposta concreta da dare all’assenza di spazi di aggregazione giovanile, soprattutto nei luoghi dove c’è maggiore dispersione e degrado”.
Sulle iniziative specifiche contro l’abuso di alcol e droga, il ministro ha ricordato il bando da tre milioni di euro per la lotta alle stragi del sabato sera e la cosiddetta operazione “Naso Rosso”, un progetto sperimentale affidato all’Istituto superiore di Sanità che “si muove su tre direttrici: portare i volontari all’interno dei locali per fare controinformazione e prevenzione rispetto alle sostanze stupefacenti e all’abuso di alcol, formare gli operatori dei locali e sperimentare nuovi servizi e nuovi modelli di intervento, come il servizio di accompagno per chi non se la sente di mettersi alla guida dopo una serata passata in discoteca”.
“Noi ci occupiamo di prevenire all’interno dei locali le forme di degenerazione e di coinvolgere anche i gestori dei locali stessi” ha ricordato la Meloni. Tra le altre iniziative ricordate per combattere un disagio generazionale che, tra l’altro, “dipende da incertezza e precarietà”, quelle per dimostrare ai giovani italiani che “la società riconosce e premia il loro talento”. E proprio per incentivare il talento il ministero ha proposto il bando “Giovani protagonisti” scaduto lo scorso 2 marzo e un altro, ancora aperto, per “la promozione della cultura d’impresa attraverso le università, dedicato ad associazioni studentesche che presentino progetti con università pubbliche”.

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