Medicina, un gruppo di lavoro per riformare il numero chiuso. Bernini: “Ma non possiamo aprire le facoltà a tutti”

La ministra dell’Università e della Ricerca annuncia la nascita di un gruppo di lavoro che avrà il compito di individuare nuovi criteri per l’accesso alla facoltà di Medicina. Le prime proposte entro marzo.

Capovolgere il meccanismo di selezione dei medici partendo dal fabbisogno effettivo di medici e sanitari. È questo l’obiettivo del gruppo di lavoro istituito presso il ministero dell’Università e della Ricerca e presentato oggi dalla ministra Anna Maria Bernini in una lettera pubblicata sul Corriere della Sera.

Prime proposte entro marzo

Il gruppo di lavoro che dovrà dare delle risposte già entro il primo trimestre del 2023 e coinvolgerà tutti gli attori in campo: dal mondo accademico al ministero della Salute, insieme alla conferenza delle Regioni e agli ordini professionali. L’obiettivo, ha detto Bernini, è “individuare un accesso sostenibile a medicina, che sia una risposta alla richiesta attuale di professionisti da parte del servizio sanitario e del mondo produttivo. Un sistema della formazione che sappia mantenere standard di efficienza elevati. Lo stesso – ha aggiunto la ministra- deve valere per le scuole di specializzazione”.

Emergenza cronica

Entro il prossimo trimestre, promette Bernini, il ministero offrirà una risposta per “definire un programma di accesso alla facoltà di Medicina ragionato ed efficace”. Resta la considerazione, ribadita dal ministro nella sua lettera, che nonostante la mancanza di medici e personale sanitario sia di fatto “cronica”, così come ha evidenziato anche l’emergenza legata al Covid e alla pandemia scoppiata nel 2020, “non possiamo aprire in automatico le porte delle università a tutti”.

Il nuovo test

Intanto, il prossimo 13 aprile gli studenti del quarto e quinto anno delle scuole superiori potranno misurarsi con i nuovi test di medicina. “Non più una selezione destinata a condizionare le scelte di una vita, ma un percorso di orientamento consapevole, maturo e motivato – ha detto la Bernini – Anche questo vuol dire difendere il diritto allo studio: offrire ai ragazzi occasioni per mettersi alla prova, superando lo scoglio di un’unica opportunità d’accesso. Un positivo inizio che affronta un aspetto delle criticità in ingresso alla facoltà di Medicina, ma di certo non risolve il tema dei temi: il numero chiuso”.

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