Medicina, cambia il numero chiuso: esame dopo sei mesi di corsi all’università e tolc rimandati a marzo

Bernini ha annunciato che si partirà dalle proposte di legge della maggioranza per una riforma sull’ingresso a Medicina

Questa volta sembrerebbe che il numero chiuso a Medicina, almeno per come lo abbiamo conosciuto fino ad ora, potrebbe non vedere davvero l’alba del nuovo anno. Un esame dopo sei mesi di corsi all’università e non più a realtà extra accademiche. Troppi i ricorsi dei fallimentari Tolc Test affidati al consorzio Cisia che hanno anche obbligato il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini a richiedere che la banca dati fosse aperta. Proprio Bernini, in un’intervista al quotidiano Repubblica, ha annunciato l’idea di nuovo ingresso a Medicina: legge delega al governo da approvare in Parlamento partendo dalle proposte di legge della maggioranza per riformare l’intero sistema a partire dal 2025.

Un sistema alla francese con iscrizione aperta a tutti e con sbarramento al secondo anno? Non sembrerebbe. Almeno nelle parole di Bernini che considera quel modello “con troppi problemi”. In realtà, come anche questo giornale ha scritto più volte, è tutta Europa a considerarlo fallimentare. Si cercherà quindi una via italia che piaccia al nuovo esecutivo sovranista targato Giorgia Meloni. “Il numero chiuso per come lo abbiamo conosciuto ed ereditato non esiste già più – ha affermato Bernini a Repubblica -. Abbiamo aumentato i posti di oltre 3mila unità e l’incremento è stimato in 30mila nei prossimi 7 anni. Cambiare è necessario ma coniugando il maggiore accesso con la sostenibilità del sistema e della qualità della formazione”.

Tolc in scadenza: troppi ricorsi

“I famosi Tolc, alla prova dei fatti, hanno generato solo confusione”. Così il capo del Mur mette in soffitta la brevissima esperienza dei nuovi test affidati al consorzio Cisia per il fiume di ricorsi che hanno generato nel passato anno. I test di febbraio, quindi, sono rimandati a marzo, mentre la seconda finestra potrebbe essere tra aprile e maggio. “I quesiti dei prossimi test saranno ‘pescati’ da una banca dati pubblica e aperta, a differenza di quella di oggi. Questo presuppone che il Cisia aumenti il numero delle domande. Un’operazione che richieste un piccolo margine di tempo aggiuntivo. L’obiettivo è cambiare superandoli”.

Qualche settimana di studio in più per gli studenti che nel 2023 hanno tentato il quiz mentre erano in quarta superiore di riprovarci ora che sono in quinta. Avranno davanti un test riveduto e corretto rispetto a quello dei loro predecessori. Un Tolc Med 2.0 fondato sempre su 50 quesiti di comprensione del testo, biologia, chimica e fisica, matematica e ragionamento (a cui rispondere in 90 minuti) e accompagnato da una banca dati dei quesiti aperta e più ampia rispetto a quella attuale, oltre a una revisione del meccanismo di equalizzazione dei punteggi che è finito nel mirino di molti ricorsi davanti al giudice amministrativo. Se ne saprà di più nei prossimi giorni, dopo gli incontri tecnici tra i diversi attori (ministero, Conferenza dei rettori, consorzio Cisia) e, soprattutto, dopo l’udienza decisiva davanti al Tar Lazio in calendario per mercoledì 10.

La riforma dell’accesso a Medicina

Da dove si partirà? Molto probabilmente dal Senato. Più volte la maggioranza negli ultimi mesi ha espresso interesse per il Ddl incardinato in commissione Istruzione che ha come primo firmatario il leghista Roberto Marti (che è anche presidente della commissione). La Lega è da anni primo sponsor a destra per il superamento del numero chiuso e l’adoziono di un sistema simile al modello francese. La proposta prevede anch’esso l’abolizione del numero chiuso e l’introduzione di un semestre comune con i corsi di biotecnologie mediche e scienze motorie e sportive

La maggioranza starebbe pensando di accelerare l’iter, lo denota anche la scelta di indicare come relatore Francesco Zaffini di Fratelli di Italia, presidente della commissione Sanità e lavoro di Palazzo Madama. Proprio da Fratelli d’Italia, che ha depositato un testo a prima firma Carmela Bucalo, potrebbero arrivare degli altri suggerimenti e anche il Pd nei prossimi giorni formulerà la sua proposta.

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