Dimensionamento scolastico a Roma, Di Salvo a Corriereuniv: “Viene meno principio continuità educativa”

Allarme dai municipi più colpiti, come il IX dove due scuole accorpate distano 11 km. Schiboni: “Attacchi strumentali”

La delibera sul dimensionamento scolastico, lo strumento con cui gli Enti Locali propongono l’istituzione, l’aggregazione, la fusione e la soppressione di scuole al fine di avere istituzioni scolastiche con una popolazione definita dal legislatore come ottimale, ha scatenato la polemica anche nella Capitale. L’atto approvato dalla giunta regionale di Francesco Rocca il 4 gennaio prevede, per Roma, l’accorpamento di dieci istituti comprensivi distribuiti in cinque differenti municipi, oltre a quelli sparsi nell’area metropolitana. Va ricordato come tale strumento sia stato incentivato e legato all’accettazione delle riforme legate ai fondi Pnrr, riguardo la problematica della denatalità in Italia.

Una delle prime reazioni è stata quella del Campidoglio, nello specifico dell’assessora a scuola, formazione e lavoro Claudia Pratelli. L’esponente della giunta Gualtieri, che già nei giorni scorsi aveva criticato la volontà della Regione Lazio di accorpare 37 istituti scolastici in tutto il territorio, chiedendo un dietrofront alla Pisana, ha definito la decisione del 4 gennaio alle agenzie stampa “un colpo di mano in barba a quanto espresso dalla conferenza regionale”. Per l’assessora “la Regione impoverisce la scuola contraddicendo se stessa”. 

Di Salvo (IX municipio – Eur): “Viene meno principio della prossimità territoriale e continuità educativa”

“Vengono falciate in un solo colpo tante scuole per le quali non era previsto alcun accorpamento – è la denuncia della presidente del municipio dell’Eur Titti Di Salvo a Corriereuniv – in particolare nel nostro territorio la Regione applica un intervento totalmente privo di senso”. In IX municipio, infatti, vengono accorpati due istituti comprensivi che si trovano in quartieri differenti e le due sedi, che ne andrebbero a formare una sola a partire dal prossimo anno scolastico, sono distanti 11 km. “Le due scuole coinvolte – prosegue la presidente – Tacito Guareschi a Vitinia e la Domenico Bernardini del Laurentino Fonte Ostiense, hanno ambiti territoriali e caratteristiche molto differenti, oltre a trovarsi a 11 km di distanza“. Per Di Salvo “questa scelta ha un impatto estremamente negativo sulla gestione organica del futuro istituto e viene meno al principio della prossimità territoriale e della garanzia di continuità educativa e didattica”. 

“Le polemiche innescate dall’approvazione della deliberazione della giunta – replica Schiboni, come riportato da LaPresse – sono meramente strumentali. Nessuna scuola è stata cancellata, nessun servizio sottratto agli studenti e ai territori. Come Regione abbiamo proceduto a quanto previsto dalla normativa nazionale e nello specifico dal Decreto Milleproroghe 2024 approvato dal Consiglio dei ministri il 28 dicembre 2023, che porta il dimensionamento da 37 a 20 dirigenze scolastiche. Lo spostamento delle sedi dei dirigenti non implica alcun colpo di mano a svantaggio del diritto allo studio e del presidio dei territori. Questa giunta era e resta dalla parte degli studenti per i quali ci batteremo sempre”. 

Il Pd contro la scelta della Regione

Attacchi anche dal fronte del Pd regionale. La consigliera e coordinatrice della segreteria romana, Emanuela Droghei, non usa mezzi termini: “In alcuni casi gli accorpamenti appaiono scellerati – afferma raggiunta da Corriereuniv -. Il 19 dicembre la conferenza regionale per l’istruzione aveva approvato il piano capitolino, condiviso con istituti e municipi. In un momento storico in cui bisogna lavorare per accorciare le diseguaglianze, anche sociali aumentate a cause della crisi generata dal Covid e dalle guerre, si va a colpire la scuola, il primo luogo dove dovrebbe cominciare il lavoro di ricucitura del tessuto sociale. Questi accorpamenti sono un danno agli studenti innanzitutto”.

Un impoverimento importante che colpisce l’autonomia scolastica  – dichiara a Corriereuniv Marta Bonafoni, che oltre ad essere consigliera regionale è coordinatrice della segreteria nazionale del Pd  – e rende ancor più complesso il ruolo fondamentale della scuola in molte città e quartieri. Una scelta grave, calata dall’alto e senza alcun coinvolgimento dei territori e di chi vive la scuola ogni giorno”. 

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