La nuova Maturità 2019 è ancora un rebus da svelare, possibilmente dopo le festività natalizie. Per ora della “rivoluzione” che investirà studenti e studentesse di tutta italia – oltre 496.000 – ha di certo alcuni punti fondamentali: via tesina, via terza prova, tre tipologie per la prima prova e una possibilità di avere due materie alla seconda. Un bel rompicapo per docenti e studenti che dovranno venirne a capo entro i primi mesi del nuovo anno. Ma loro cosa ne pensano? Siamo andati a chiederglielo!
In queste settimane si stanno chiudendo gli incontri informativi voluti dal Miur per mettere al corrente in modo puntuale gli istituti scolastici sui vari aspetti del nuovo esame. “Alcuni dei nostri professori – afferma la prof. Paola Senesi, preside del liceo Giulio Cesare di Roma – hanno partecipato ad un incontro informativo dove in alcuni casi ci sono state delle conferme: ad esempio il tema argomentativo da noi già affrontato in ambito di laboratorio”. Ma sulla novità di poter avere una seconda prova multidisciplinare i dubbi rimangono. “Speriamo di poter lavorare non solo in vista dell’esame ma durante tutto il percorso delle scuole superiori poiché una prova multidisciplinare comporta necessariamente una preparazione di competenze anche dal punto di vista dei docenti. Inoltre sarà fondamentale – sottolinea – concertare in ambito nazionale l’informazione nei prossimi mesi per avere un’omogeneità di interpretazione”. Mentre l’introduzione dell’Alternanza scuola-lavoro è giudicata positivamente dalla dirigente scolastica: “I licei hanno fatto un grande lavoro in questo senso perché il sistama liceale non era certamente pronto. Visto lo sforzo e i risultati che sono stati ottenuti come quantitativo di ore era prevedibile che questa esperienza potesse essere valorizzata in sede di esame – e conclude – Credo, poi, sia importante l’introduzione di Cittadinanza e Costituzione poiché uno degli obiettivi principali della scuola è quello di dare i giusti strumenti per rendere gli studenti dei cittadini consapevoli”.
“La lamentela è quella di sempre: le notizie non sono mai tempestive e si arriva sempre a gennaio a sapere le cose – puntualizza Valentina Zanolla, preside del liceo scientifico Da Vinci di Trento – Si ha sempre un po’ l’acqua alla gola ecco. Certo, poi le cose si gestiscono in qualche modo nel secondo quadrimestre. Per il futuro si spera arrivino tutte le informazioni ad ottobre per la serenità di tutti”. I maggiori dubbi rimangono quelli della seconda prova e del colloquio orale: “Dobbiamo ancora capire il ruolo effettivo dell’Alternanza scuola-lavoro come spunto di discussione per poi abbracciare le altre materie. Speriamo che il nuovo anno porti con se anche maggiori informazioni in merito”, conclude.
Il clima sembra essere quello di una “fiduciosa attesa con un po’ di preoccupazione” come afferma anche Giovanni Latrofa, preside del liceo scientifico P. Pasolini di Potenza. “Soprattutto per la composizione della seconda prova scritta sulla quale aleggia incertezza se non mistero. C’è chi parla di quesiti, chi di prova mista; certo è che i docenti sono abbastanza pensierosi in merito” – afferma il professore. E riguardo all’orale il prof è chiaro: “Indipendentemente dalle innovazioni il colloquio deve sempre tener conto dell’indirizzo e della scuola in cui si va ad operare questo è fuori discussione – e conclude – Sincermente personalmente rimango scettico su questa cosiddétta innovazione, soprattutto riguardo al merito della prova che deve essere di Maturità con la M maiuscola”.
Marco Vesperini
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