Maturità 2022, si spacca anche il fronte dei presidi. “La seconda prova? Sarà come un compito in classe. Proteste degli studenti sono esagerate”

Dopo le proteste dello scorso weekend continua il dibattito sul nuovo esame di maturità che reintroduce la seconda prova scritta per tutti. I presidi, che fino ad oggi si erano schierati a fianco degli studenti, adesso definiscono come “esagerate” le occupazioni e le manifestazioni che si stanno svolgendo in tutta Italia.

La maturità 2022 con il ritorno delle due prove scritte spacca anche il fronte dei presidi. Se da un lato il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonio Giannelli, in più di un’occasione l’ha definita come ingiusta perché rischia di penalizzare gli studenti che da 2020 hanno dovuto far i conti con gli effetti della pandemia e la dad, dall’altro Mario Rusconi, vice presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma, sostiene che la seconda prova sia assolutamente affrontabile da parte degli studenti, definendo anche le proteste degli studenti come “esagerate”.

“Si sta scatenando una tempesta in un bicchiere d’acqua – ha spiegato Rusconi in un’intervista pubblicata oggi dal Resto del Carlino -. La seconda prova non è più interdisciplinare: è un solo test non scelto a livello nazionale, ma dai prof della classe. Dunque diventa un compito in classe: è normale che i docenti lo tareranno sulle competenze dei ragazzi, che hanno perso tre anni di scuola vera. Se la traccia era nazionale si poteva coprire tutto il programma sfavorendo chi non è riuscito a svolgerlo durante l’anno. Ma gli stessi insegnanti sanno quello che si è fatto, per cui tutto questo caos non lo comprendo”.

“Questa non sarà una seconda prova canonica, ma dimezzata – ha continuano Rusconi – Il ministero ha deciso di applicarla seguendo il messaggio governativo di riprendere in mano la situazione, con cautela, come prima della pandemia. Diverse decine di intellettuali, invece, se ne sono usciti sostenendo che la serietà della scuola si vede con un esame duro e puro che non tiene conto di quello che è successo. Il ministero, invece, ha scelto un compromesso che salva capra e cavoli”.

E all’ipotesi che il ministro Bianchi ritorni sui suoi passi accogliendo le richieste degli studenti dopo le proteste di questi giorni il vice presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma confessa di non credere molto. A meno di clamorosi colpi di scena. “Bianchi si è esposto molto con questa scelta, anche se ora dice di voler parlare con gli studenti. Può darsi che decida in questo senso, ma è difficile. Però, se facesse retromarcia, mostrerebbe le istituzioni non coerenti” conclude Rusconi.

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