“Oggi l’arte del ricordare si basa sulle stesse tecniche che usavano da Pico della Mirandola a Cicerone”. Parola di Paolo Viola, docente di mnemotecniche con esperienza ultra decennale nel campo della formazione dell’apprendimento intensivo e della memoria. La tecnica dei luoghi, ad esempio, era usata dal grande scrittore romano che associava ogni punto del suo discorso ad un posto che vedeva nel percorso che faceva da casa sua al senato.
“I modi per ricordare meglio – spiega Viola – si basano su tre concetti: ridurre qualsiasi tipo di informazione, astratta che sia, in una cosa concreta; fare associazioni con informazioni preesistenti; cercare di attivare la memoria emotiva”.
La memoria emotiva? Ci può spiegare meglio di che cosa si tratta?
In ogni individuo esiste una memoria di tipo cognitivo ed una di tipo emotivo. Queste due memorie diverse sono attivate da due zone altrettanto diverse del cervello: l’amigdala (memoria emotiva) e l’ippocampo (memoria cognitiva). Mentre l’ippocampo ricorda i fatti nudi e crudi, l’amigdala (sede del sistema limbico, la zona del cervello dove nascono le emozioni) ne trattiene, per così dire, il sapore emozionale. Per fare un esempio: l’ippocampo è fondamentale per riconoscere il volto di tua cugina. Ma è l’amigdala a voler puntualizzare che ti è proprio antipatica. Noi dobbiamo manipolare le informazioni nella nostra mente in modo che diventino paradossali, perché ricordiamo di più i fatti strani e fuori dalla norma”.
Che cosa consiglia ai ragazzi che stanno per affrontare l’esame di maturità?
Il metodo più efficace per studiare è rispettare la pause e non oberarci di informazioni. Per quanto riguarda l’esame sconsiglio di fare le nottate di studio, perché il sonno è importante: mentre dorme il cervello, nella fase di riposo profondo, fissa i ricordi. Inoltre lo studente non deve pensare che tutta la sua vita dipenderà dall’esame di maturità, perché così si agita e se si è in stato di allerta, entrano in circolo sostanze chimiche che impediscono il passaggio delle informazioni. Atavicamente dopo la sensazione di pericolo l’uomo doveva esser pronto alla fuga o alla lotta. Durante l’esame non si può fare nell’una nell’altra cosa, bisogna pensare, ed è per questo che bisogna tenere il più possibile la calma.
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