Mattarella e Fioramonti visitano L'Aquila dove ancora stenta la ricostruzione

All’interno di un’aula della scuola Mazzini, nel centro Città

Una medaglia a tutta la comunità scolastica aquilana come riconoscimento per l’impegno e la dedizione dimostrata in questi 10 anni dal terremoto: la consegnerà lunedì a L’Aquila il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti in occasione della cerimonia nazionale di inaugurazione dell’anno scolastico “Tutti a Scuola” che si terrà, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, presso la scuola primaria Mariele Ventre, ancora come tanti altri istituti in una struttura provvisoria.
Le scuole, in questi dieci anni, hanno svolto a L’Aquila la funzione di presidio e collante sociale, hanno consentito la tenuta della comunità, sono state luogo di incontro e punto di riferimento per bambini e famiglie. Ma qual è, a dieci anni dal terremoto, lo stato della ricostruzione delle scuole? “Siamo all’anno zero, nessuna scuola pubblica è ricostruita, gli studenti vanno ancora a lezione nei Musp, i Moduli ad Uso Scolastico Provvisorio costruiti nel 2009″, denuncia il portavoce del Comitato Scuole Sicure L’Aquila Massimo Prosperococco. “Una vergogna, dopo 10 anni, stare ancora nei Musp”, denuncia il sindacato Snals Abruzzo.
 
Tommaso Cotellessa, giovane aquilano di 18 anni e rappresentante degli studenti del Liceo Cotugno, ha scritto una lettera al presidente Mattarella, denunciando la situazione delle scuole superiori aquilane, che hanno indici di vulnerabilità bassi, chiedendo un incontro al più presto. “Ci siamo spesso sentiti abbandonati dalle istituzioni ma non abbiamo perso il loro senso e l’appartenenza al territorio”, ripete Tommaso.
All’Aquila due sole scuole pubbliche sono attualmente in ricostruzione, la Mariele Ventre, nella periferia di Pettino, e una scuola nella frazione di Arischia. Le uniche due scuole ricostruite nel centro sono due private. I bambini delle pubbliche vanno a scuola nei container che nel 2009 fecero fronte all’emergenza, consentendo alle famiglie di non lasciare L’Aquila. Restano ancora come nel 2009 le sedi, ormai scheletri pieni di crepe, delle vecchie scuole, abbandonate e non demolite, dalla Mazzini alla Carducci all’Istituto d’Arte Muzi.  Eppure, già 44 milioni erano disponibili da anni per gli istituti scolastici. L’attuale amministrazione Biondi, così come la precedente Cialente, hanno lamentato la carenza di personale nel seguire i progetti e la farraginosità delle procedure per gli appalti pubblici. Sta di fatto che a dieci anni dal terremoto quella della ricostruzione pubblica, in particolare quella delle scuole, il luogo del futuro, è la vera ombra sulla ricostruzione della città.
 

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