Mascherina ti conosco anche in Dad, così aule e corridoi sono pieni di scorte inutili

Due miliardi di pezzi hanno invaso gli istituti italiani: il contratto del 2020 non prevedeva stop alle forniture. Gli istituti ne hanno mandato indietro 800 mila

Due miliardi di pezzi hanno invaso gli istituti italiani: il contratto del 2020 non prevedeva stop alle forniture. Gli istituti ne hanno mandato indietro 800 mila

Due miliardi, un numero difficile da gestire. E le scuole hanno detto basta, anche meno grazie. Perché non sapevano più dove metterle, pure preoccupate dalle norme che nel caso di materiale infiammabile, come lo sono questi dispositivi di protezione individuale, pongono limiti allo stoccaggio.

SENZA STOP

Intanto però il contratto firmato a luglio 2020 dall’allora commissario Arcuri, che prevede la distribuzione delle mascherine chirurgiche Fca a scuola, e che si basa sulla regola di destinarne due al giorno per i bambini e una per gli adulti va avanti senza sosta o modifiche. Come successo in tutti i mesi in cui si studiava in Dad e perciò le mascherine non servivano. Senza contare che adesso la percentuale delle presenze arriva “solo” al 60% e che molti, si tratterebbe dell’80% degli studenti, se la portano da casa. “Anche gli insegnanti” dicono i presidi. Il contratto scade a settembre, poi i vedrà.

LA DISTRIBUZIONE

A fare i conti è stato il Qn, che ha calcolato una spesa di oltre 154 milioni di euro, di fatto sprecati nella ricostruzione del quotidiano. Un miliardo e 700 mila mascherine sono andate agli istituti statali in particolare in Lombardia, Lazio, Sicilia, Veneto ed Emilia Romagna. “Dovevano coinvolgerci nelle scelte organizzative” protesta Lamberto Montanari, dell’associazione nazionale presidi Emilia Romagna. C’è chi racconta di aver riempito con le scorte intere corridoi, anche quando la presenza a scuola e la distribuzione non si è mai fermata. Allora hanno chiesto di interrompere la fornitura, tanto bastano e avanzano anche le attuali per arrivare alla fine dell’anno scolastico.

LO SMALTIMENTO

Così come lo smaltimento non è un’operazione semplice. Le scuole hanno dovuto chiudere accordi con i Comuni e ogni giorno gli insegnanti passano tra i banchi per il ritiro di quelle usate. Molte non arriveranno nemmeno a esserlo.

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