Se il semestre che si sta concludendo è sembrato turbolento qui da noi, non è stato certo da meno in Francia. Da mesi infatti va avanti una forte manifestazione di dissenso contro i progetti di riforma del sistema di istruzione superiore del presidente Nicolas Sarkozy. Proprio l’altra sera l’università della Sorbona, a Parigi, è stata occupata da circa 250 studenti. Ma il tutto è durato poche ore perché è presto intervenuta la polizia che ha sgombrato i locali dell’ateneo.
L’intrusione degli studenti nella Sorbona è arrivata a sorpresa al termine di una manifestazione alla quale hanno partecipato fra le 15.000 e le 30.000 persone per contestare le nuove leggi sulla scuola e sulla formazione degli insegnanti-ricercatori.
Il malcontento del mondo universitario francese non è diminuito neanche dopo che Valerie Pecresse, ministro dell’Università, ha acconsentito a rivedere i suoi progetti di riforma. a ad essere sotto attacco in realtà è proprio il presidente Sarkozy, pesantemente criticato per aver “oltraggiato” gli scienziati e docenti in un discorso del 22 gennaio in cui li accusava di essere contrari al cambiamento e meno efficienti dei loro colleghi britannici e americani.
Su Le Monde del 19 febbraio, in un articolo intitolato “Insegnanti-ricercatori: le ragioni di una rivolta” di Catherine Rollot si legge: “Questo clima di sospetto è stato alimentato dalle parole del presidente della Repubblica. Gli universitari sono stati martoriati dal discorso tenuto da Nicolas Sarkozy, il 22 gennaio, giudicato ‘brutale e carico di disprezzo’ da Danièle Hervieu-Léger, direttrice dell’Ecole des hautes études en Sciences sociales (EHESS).
Un clima di vera rottura, insomma, proprio mentre intorno al Presidente Sarkozy cresce la tensione anche per la sua politica economica.
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