Londra è la ‘migliore città universitaria al mondo’ secondo gli studenti. A dirlo è lo studio Qs Best Student Cities Ranking, pubblicato dalla società di analisi del settore universitario QS Quacquarelli Symonds e arrivato alla quinta edizione.Per lo studio sono state analizzate 468 città in totale e di queste 139 sono entrate nella classifica. La capitale del Regno unito va a rimpiazzare la canadese Montreal in testa alla classifica grazie alla preferenza degli oltre 50mila studenti sondaggiati da QS.
Il sondaggio influenza due dei sei indicatori utilizzati per la compilazione della classifica: Desirability (Desiderabilità) e Student View (Punto di vista degli studenti). Rispetto al 2017, le differenze nella performance londinese sono state un lieve calo nell’indicatore ‘Affordability’ (costo della vita), più che bilanciato da un miglioramento di dieci posizioni nell’indicatore ‘Student View’ – per il quale Londra e’ tredicesima al mondo.
Delle 18 città universitarie italiane considerate, solo Roma e Milano entrano nella classifica. Milano scende dal 33esimo al 36esimo posto mentre Roma scende dal 65esimo al 66esimo posto, su 139 città classificate. Milano si classifica 109esima al mondo nell’indicatore che misura il costo della vita (Affordability), perdendo ben quaranta posizioni rispetto al 2017. Questa caduta libera dipende principalmente da due fattori: il Big Mac Index vede crescere il costo a Milano di 0.80 dollari rispetto alla rilevazione precedente. A luglio 2016 il costo medio del Big Mac a Milano era di 4.60 dollari mentre a gennaio 2018 è salito a 5.40 dollari. Stoccarda, Nagoya e Città del Capo entrano per la prima volta in classifica, distinguendosi in questo indicatore. Altre città, che non figurano nella classifica mondiale, sono presenti in questo indicatore, e si posizionano sopra alle città italiane (Calcutta, Giacarta, Chennai e Varsavia).
Mentre il costo della vita rimane alto, il consenso degli studenti cresce: la città meneghina guadagna cinque posizioni per Desirability (desiderabilità) e sale al 47esimo posto e ben undici posizioni per l’indicatore Student View (punto di vista dello studente). Questo significa che più aspiranti studenti hanno indicato il desiderio di studiare a Milano rispetto all’edizione precedente; che gli studenti ed ex-studenti di università milanesi hanno valutato la propria esperienza più positivamente rispetto al 2017; che più laureandi e laureati hanno indicato il desiderio di continuare a vivere a Milano dopo aver conseguito la laurea o un master; questo desiderio è probabilmente alimentato dalla percezione che la città offra buone opportunità di lavoro.
Milano è 11esima al mondo nell’Indicatore ‘Employer Actvity’ (attività/interesse dei datori di lavoro). Il Qs Employer Survey, uno degli elementi che compongono questo indicatore, interpella datori di lavoro internazionali per conoscere quali sono le università dalle quali preferiscono assumere nuovi talenti. Nonostante la ripresa economica sia ancora relativamente modesta, Milano performa molto bene in questa dimensione, perchè le università Milanesi preparano laureati che sono apprezzati dai datori di lavoro. Gli altri dati che compongono questo indicatore sono il tasso di disoccupazione e il prodotto interno lordo (pil).
Roma rimane una delle città più deboli in questo indicatore, dove figura al 118esimo posto. Questo risultato fotografa la disparità tra le economie delle due maggiori città italiane. Tra le capitali europee, solo Atene ottiene un risultato peggiore. Di conseguenza, Roma perde terreno anche nell’indicatore ‘Student View’, scendendo di cinque punti, al 47esimo posto. L’opinione degli studenti universitari e dei recenti laureati della Capitale si è deteriorata rispetto al 2017. Il punteggio complessivo è allineato allo scorso anno, con un solo punto perso. Il 66esimo posto al mondo per la capitale è un risultato insoddisfacente per una città con una tradizione di cultura, arte e civiltà, ineguagliabili.
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