Lo studente errante alla ricerca del sé professionale

Sono trascorsi quattro giorni dall’inizio della girandola della selezione a quiz del nostro sistema universitario, probabilmente pochi per redigere un compendio socio-formativo, ma sufficienti per iniziare a tracciare la fisionomia della matricola del nuovo millennio.

Sono trascorsi quattro giorni dall’inizio della girandola della selezione a quiz del nostro sistema universitario, probabilmente pochi per redigere un compendio socio-formativo, ma sufficienti per iniziare a tracciare la fisionomia della matricola del nuovo millennio. Come ci diceva una giovane neodiplomata intervistata durante l’attesa per il test di Odontoiatria: “alla precarietà del lavoro si sta sommando l’opaca incertezza sul percorso formativo da intraprendere”.  Una frase dall’amaro sapore di sentenza che arriva dritta dritta alla nostra pancia. Volti sorridenti che accolgono la condizione di “studente errante” come un dato di fatto.
Saltellano da un test ad un altro, da una città ad un’altra (chi se lo può permettere), tentando diverse vie, anche opposte una dall’altra. “Sono iscritto al corso di Farmacia, oggi faccio il test di Medicina alla Sapienza, ieri l’ho fatto a Campus, ho già il biglietto aereo per Cagliari”. “Mi hanno appena risposto dalla Facoltà di Medicina dell’Università di Madrid (Spagna), per due punti percentuali non sono rientrato. “Oggi provo a Roma e poi a Milano per Medicina. Altrimenti mi iscrivo a Biologia”.
Genitori che cercano affannosamente di stare dietro alla mobilità dei figli, sgomenti tuttavia in che cosa si stia trasformando  l’immatricolazione: un viaggio dalle dimensioni epiche e alquanto dispendiose. Che lo spostamento sia per via aerea, ferroviaria o grazie all’automobile di papà, mamma, fratello o amici, comporta comunque un’uscita economica. Ogni immatricolazione… al test, una tassa corrispettiva, che il test sia vincolante od orientativo: “Oggi ho fatto il test a Psicologia – 35 euro- , ma data l’indeterminatezza del risultato, mi sono iscritta al test orientativo di Sociologia (25 euro).
I test di psicologia 1 della Sapienza e Psicologia 2, sempre Sapienza sono divisi in logico verbale, logico matematica e comprensione testuale. “Fattibili” è la parola d’ordine degli studenti intervistati che appaiono tranquilli e rilassati: “I quesiti erano semplici, probabilmente ci sarà una lotta sul punteggio all’ultimo infinitesimale” dichiara divertito un candidato che insieme alla fidanzata sono appena usciti dalla “grande aula” che decreterà se una persona “è idonea” per intraprendere la carriera di Psicologia.“Oggi sto qui, nel caso non passassi Medicina”, afferma serenamente una giovane neodiplomata.
La roulette gira e gli studenti “giocano”, ma è un azzardo riflettere sulla reale efficacia della modalità di selezione a crocette?. Prendiamo la professione di psicologo o del medico. Si può ridurre ad esercizi di logica la selezione di un futuro studente di questo settore scientifico? E le competenze trasversali, l’intuizione, la sensibilità, l’intelligenza emotiva, il temperamento, l’equilibrio psico-emotivo, il senso della cultura, questioni di secondo ordine?
Interrogativi che ci poniamo, senza sospingerci nello campo sterile della polemica, vorremmo capire insieme a docenti, studenti, policy maker quale è la via da seguire per assicurare un futuro ai giovani e di conseguenza alla nostra società.
Amanda Coccetti

Total
0
Shares
1 comment
  1. peccato per i test di psico…a suo tempo oltre a domande di cultura generale, matematica, fisica, folosofia, logica,ecc., c’era anche una parte attitudinale con domande aperte. Rifletto anche sul fatto che le facoltà di medicina e psicologia non sono interscambiabili, formano per due professioni che partono da assunti diversi, per non parlare di sociologia…si vede che c’è bisogno di orientatori!

Lascia un commento
Previous Article

Socialnetwork, Linkedin guarda all'estero

Next Article

Giuri UNISOB: 150 posti

Related Posts