“Probabilmente siamo di fronte alla più grande documentazione sulla scuola mai esistita. Ora viene il bello. Dobbiamo dare risposte concrete con un percorso lineare e scandito”. Con queste parole il ministro Stefania Giannini ha concluso la presentazione de i risultati su #labuonascuola, la consultazione pubblica durata due mesi lanciata dal Governo Renzi. In una sala comunicazione gremita, il ministro ha parlato a giornalisti, studenti ed esperti, spiegando i numeri e le tendenze emerse: più preparazione nelle lingue straniere, più educazione civica, più formazione professionale, e quindi valutazione, questi i tre temi che hanno suscitato il dibattito tra i 130mila che hanno compilato i questionari online sulla piattaforma.
“Puntiamo al 1 settembre 2015 per lanciare ufficialmente la nuova buona scuola” – ha detto il ministro ai giornalisti, soffermandosi poi su alcuni numeri importanti. “L’81% delle risposte è chiara: dobbiamo puntare sul merito. E’ un dato politico importante, è un segnale che ci carica di responsabilità e che ci fa capire che la voglia di cambiamento è tanta. Oltre 70 % ha suggerito più formazione per gli insegnanti”. Giannini si è poi concentrata sulle lingue straniere: “È inaccettabile che gli studenti che escono dalla scuola italiana non conoscano almeno una lingua straniera” – ha ammonito, senza dimenticare anche la formazione degli studenti dal punto di vista musicale.
Più Storia dell’Arte, più Inglese (già dalla scuola primaria, ha annunciato il ministro), più musica, meno burocrazia. E’ questo il messaggio lanciato dai cittadini che hanno risposto compilando il questionario online, ma anche dalle assemblee e dai dibattiti pubblici organizzati su tutto il territorio italiano. In pochi hanno portato avanti l’idea di cambiare i cicli scolastici, riducendo in questo modo la durata del piano di studi. Molto apprezzato, al contrario, il sistema dell’alternanza scuola-lavoro, di cui ha parlato anche Francesco Luccisano, capo della segreteria tecnica del Miur: “Abbiamo cercato di dare risposte a tutti. E’ logico che ci apriamo anche ai privati, con cui da tempo, oramai, cerchiamo di collaborare per migliorare il settore scolastico”. Ma il successo della consultazione viene proprio dallo staff del ministero, capace di girare l’Italia e ascoltare problemi, consigli e suggerimenti da parte di tutti i protagonisti del mondo della scuola, ha ricordato Luccisano.
La vera, grande novità, per quanto riguarda il mondo dei precari, è la stabilizzazione definitiva deciso dal piano de La Buona Scuola. “Il vero obiettivo è arrivare all’immisione in ruolo tramite concorso pubblico”- ha sottolineato il ministro, “e grazie a questo sistema già dal 2016 potremo utilizzare finalmente lo strumento sbloccato già dal ministro Profumo, dopo 13 anni di inattività”. Ma chi provvederà a valutare e sistemare nel migliore dei modi i 150.000 docenti precari che entreranno a pieno titolo nella scuola italiana? “Una buona parte di questi, la scuola la vive da tempo. Sono docenti che lasciano a giugno e riprendono a settembre. Con la stabilizzazione mettiamo fine a questo assurdo sistema” – conferma ancora Luccisano. Per quanto riguarda la valutazione “stiamo pensando a nuclei di valutazione interni alla scuola” – ha detto, senza dimenticare la formazione dei nuovi docenti. Infine, l’anno di “prova” per ogni docente, che esiste già da tempo.
“Per fare una scuola migliore un governo non basta. Serve l’impegno di tutto il Paese”- ha concluso il ministro Giannini.
La consultazione su #labuonascuola è durata due mesi, dal 15 settembre al 15 novembre, e ha coinvolto i cittadini sia on line, attraverso il sito www.labuonascuola.gov.it, sia off line con i dibattiti organizzati dal Miur (40 le tappe del tour) e dai cittadini (oltre 2.000). Durante il pomeriggio il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha aperto le sue porte a studenti, professori, esperti e giornalisti, coinvolgendoli in dibattiti e laboratori tra le stanze del palazzo.
Tutti i risultati della consultazione pubblica sono visibili qui