Libri, in caso di liberalizzazione addio all’economico usato

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Il governo Monti vuole liberalizzare l’adozione dei testi scolastici.
Questo, per molte famiglie italiane potrebbe significare il ritorno ad un incubo: l’impossibilità di acquistare i libri nei mercatini dell’usato  o di riutilizzare le edizioni degli anni precedenti. Rimandata anche l’idea di digitalizzare i testi.
Secondo la Repubblica, la colpa sarebbe del risveglio della “lobby degli editori”.
Alcuni giorni fa è partita una circolare del ministero dell’Istruzione in cui si illustravano le novità in materia di adozione dei testi scolastici, introdotte dal decreto sviluppo di dicembre.
Dall’anno scolastico 2014/2015, quindi, gli insegnanti potranno cambiare i libri adottati, senza vincolo alcuno, anche ogni anno.
I fratelli minori non potranno più riusare i libri dei fratelli maggiori. E non solo.
Gli editori potranno tornare a cambiare ogni anno le edizioni, cambiando qualche pagina ed aggiungendone delle altre, presentando invece i loro testi come nuovi.
Rinviata, quindi, la rivoluzione annunciata dall’allora ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, che avrebbe dovuto far risparmiare alle famiglie italiane milioni di euro.
Secondo i dati dell’Aie, la riforma non aveva in realtà prodotto i risparmi annunciati.
Ora, però, sembra che si voglia fare un ulteriore passo indietro.
La colpa sembrerebbe di un calo delle vendite per gli editori italiani del 7,5%. Si tratta però pur sempre di un calo che riguarda una cifra totale che nel 2011 era pari a 649 milioni di euro all’interno del mercato dei libri scolastici.
Sembra inoltre che le case editrici l’abbiano spuntata su un altro punto: il ministero ha rinviato la possibilità di mettere dei testi online, che sarebbero dovuti essere parte in formato cartaceo e parte in formato elettronico.
La nota del ministero sostiene che per l’attivazione delle versioni digitali dei libri serva un apposito decreto ministeriale che ne definisca le caratteristiche tecniche.
“Alcune misure necessitano di tempi graduali”, è scritto. “Il mondo produttivo e la stessa scuola non erano ancora pronte ad una novità generalizzata sui testi digitali”, è scritto.
E, intanto, nonostante i progressi del “mondo produttivo”, sembra che l’Italia non abbia intenzione di guardare oltre.

AZ

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