Legge sugli assorbenti gratis nelle scuole inglesi

La Period Poverty ha i giorni contati, almeno in Inghilterra

La Menstrual Revolution colpisce ancora. Oltremanica si sta davvero muovendo qualcosa per abbattere una volta per tutte i tabù legati al ciclo mestruale e mettere in primo piano i reali bisogni di qualsiasi donna, senza vergogna e inutili (meglio insensati) imbarazzi. Una vittoria che profuma di libertà e di quella body confidence al femminile, per cui tanto si sta combattendo su più fronti ma con lo stesso obiettivo. In Gran Bretagna, le mestruazioni sono passate da essere l’Innominato e al massimo bisbigliate come nel telefono senza fili (alla ricerca di un assorbente), per finire dritte dritte prima sui social, poi in Parlamento e infine nelle scuole inglesi. Perché, come si legge su The Guardian, Philip Hammond, il Cancelliere dello scacchiere britannico (che corrisponde al nostro Ministro delle Finanze ndr) ha ufficialmente annunciato che lo Stato finanzierà un programma che prevede la donazione di assorbenti gratis nelle scuole secondarie e nei college inglesi già dall’inizio del prossimo anno scolastico.

Una battaglia quella della Period Poverty, ovvero il problema che affligge giovani che non vanno a scuola quando hanno le mestruazioni perché non possono permettersi gli assorbenti o altri prodotti indispensabili, che è stata portata avanti sui social a suon di hashtag. Poi è arrivata la Scozia, la prima ad agire concretamente diventato il primo Paese al mondo a rendere i prodotti sanitari gratuiti per tutti nelle scuole e nelle università. Nei giorni scorsi, anche Meghan Markle nel suo discorso femminista per la Festa della donna ha parlato liberamente di Period Poverty, paragonando la difficile situazione delle ragazze in India e in Africa che non frequentano la scuola “perché nessuno vuole parlare del ciclo o ha a disposizione ciò di cui avrebbe bisogno” a quella delle adolescenti britanniche costrette a disertare le lezioni per lo stesso motivo.

Come si legge sempre su The Guardian, che cita le statistiche del Plan International UK del 2017, in Gran Bretagna “il sesto Paese più ricco al mondo”, una ragazza su dieci di età compresa tra i 14 ei 21 anni ha dichiarato di non potersi permettere prodotti sanitari di prima necessità. Questa non è una sorpresa, dato che gli assorbenti in Inghilterra sono tassati come “oggetti di lusso non essenziali” e non sono proprio a buon mercato (o meglio dovrebbero avere un prezzo simbolico).
In Italia la situazione è la stessa. Nonostante gli assorbenti siano di fatto prodotti indispensabili per l’igiene personale, continuano ad essere considerati “beni di lusso” e ad essere quindi tassati al 22% (i rasoi invece lo sono e infatti hanno IVA al 4%). Stessa storia negli Stati Uniti (epico lo scambio di battute tra la giovanissima star di YouTube Ingrid Nilsen e l’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama, in cui lei ammette di “non conoscere nessuna donna che consideri il suo ciclo mestruale un lusso”, e lui risponde di sospettare “che la ragione sia che sono stati gli uomini ad approvare queste leggi sulla tassazione” ndr).

Svariati movimenti femministi si siano mossi in tutto il mondo contro le varie “tampon tax”, ovvero queste forme di tassazione sugli assorbenti e in alcuni Paesi si è arrivati a fare passi da gigante, come nella regione autonoma delle Canarie, che ha introdotto a fine 2017 l’abolizione delle tasse sui prodotti di igiene intima o in Francia dove sono state diminuite dal 20 al 5,5% oppure in India dove questi prodotti sono stati completamente esentati. Sconfiggere la Period Poverty garantendo l’accesso ai prodotti sanitari è parte del raggiungimento della parità di genere, dare la possibilità a tutte le donne di poter gestire il ciclo mestruale in tranquillità e non essere ostacolate (o stigmatizzate) nei loro studi e, più tardi, nel lavoro. E anche questa volta, ci tocca guardare il Big Ben e prendere esempio.

elle

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