Legge di Bilancio, taglio di circa 700 istituti in 2 anni: arriva la norma sul dimensionamento scolastico

A ferne le spese saranno sopratutto comunità montane, isole e quelle province sempre più spopolate

Lo scenario proposto dalla legge di Bilancio approvata in Consiglio dei Ministri il 21 novembre non sembra essere roseo per diversi istituti specialmente al Sud, con un possibile taglio di 700 istituti in un biennio dovuto al dimensionamento scolastico.

Cosa dice il testo

Il testo approvato dal governo Meloni riporta: “Le Regioni, sulla base dei parametri individuati dal decreto di cui al primo periodo provvedono autonomamente al dimensionamento della rete scolastica entro il 30 novembre di ogni anno, nei limiti del contingente annuale individuato dal medesimo decreto, ferma restando la necessità di salvaguardare le specificità derivanti dalle istituzioni presenti nei comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche. Con deliberazione motivata della Giunta regionale può essere determinato un differimento temporale, non superiore a 30 giorni. Gli Uffici scolastici regionali, sentite le Regioni, provvedono, alla ripartizione del contingente dei dirigenti scolastici assegnato”.

Il problema sorgerebbe se entro quella data, il 31 dicembre, non si dovesse trovare un accordo con le Regioni: in tal caso il Governo entro il 31 agosto emanerebbe un decreto di natura non regolamentare (che si usa per le materie concorrenti tra Stato e Regioni) in cui decide i contingenti dei dirigenti sulla base di un coefficiente “non inferiore a 900 e non superiore a 1000” e in cui si terrà conto del numero “degli alunni iscritti nelle istituzioni scolastiche statali e dell’organico di diritto” e “integrato dal parametro della densità degli abitanti per chilometro quadrato”.

Quali sono le Regioni a rischio

Il correttivo potrebbe portare alla situazione che Regioni in sofferenza, come Sardegna, Calabria o Basilicata ma anche Abruzzo, Molise e Campania (dove oltre tutto finora il dimensionamento ‘spontaneo’ è stato più lento) potrebbero dover chiudere molte scuole, a partire dalle sotto- dimensionate e gestite con le reggenze. “Al fine di garantire una riduzione graduale del numero delle istituzioni scolastiche – si legge nella bozza presentata dal governo Meloni – per i primi tre anni scolastici si applica un correttivo pari rispettivamente al 7%, al 5% e al 3%, anche prevedendo forme di compensazione interregionale. Gli Uffici scolastici regionali, sentite le Regioni, provvedono, ciascuno per il proprio ambito di competenza territoriale, alla ripartizione del contingente dei dirigenti scolastici assegnato”. Al contrario, altre Regioni come Lombardia, Puglia ma anche Emilia Romagna potrebbero risultare dover avere più istituti, ma sdoppiamenti con apertura di nuove scuole sono improbabili. 

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