Stop ai cellulari e lavori socialmente utili a scuola, gli studenti bocciano Valditara: “Vuole la repressione. Altro che merito”

Non sono piaciute agli studenti le ultime proposte del neo ministro all’Istruzione riguardo al divieto di utilizzare telefonini in aula e sulle “punizioni” per i ragazzi violenti a scuola. “No a decisioni calate dall’alto”.

Non sono piaciute agli studenti le ultime idee del ministro Valditara per rilanciare quella “scuola del merito” tanto cara al governo Meloni. Stop ai cellulari in classe, lavori socialmente utili per i ragazzi violenti e niente reddito di cittadinanza a chi non conclude la scuola dell’obbligo, sono proposte semplicemente “irricevibili”. “Il 18 novembre, a seguito di un partecipatissimo sciopero studentesco, il Ministro Valditara si è rifiutato di ascoltare gli studenti – esordisce Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Unione Degli Studenti – ora lo stesso Ministro impone la sua idea di scuola, fatta di classismo, merito, umiliazione e repressione. Siamo indignati e arrabbiatissimi, non possiamo più accettare modelli di scuola calati dall’alto e che ignorano le necessità degli studenti”.

“No ad una scuola classista”

A Chiesa fa eco Alice Beccari, dell‘esecutivo nazionale dell’Unione Degli Studenti affermando che “il ministro vede come migliore forma di provvedimenti disciplinari ‘quella dei lavori socialmente utili, in modo che gli studenti attraverso l’umiliazione evitino di ripetere gli stessi errori e, seguendo la sua idea di una scuola classista e del merito, ha affermato di voler ‘togliere il reddito di cittadinanza a chi non assolve l’obbligo scolastico’ – continua Beccari – tutto questo seguendo la linea della repressione, con scuole dove vince il concetto di merito su quello di libertà e benessere, supportando misure come quelle delle telecamere a scuola o della proibizione dell’uso dei cellulari durante l’orario scolastico”.

La mobilitazione continua

“Ci opponiamo fortemente a questo modello di scuola che vuole reprimere, che vuole premiare un’idea di ‘studente modello’ lasciando indietro tutti gli altri – prosegue la nota Uds – Vogliamo un diritto allo studio garantito e un reddito di formazione per tutti senza criteri di merito o di censo, per una scuola accessibile e gratuita. Vogliamo una didattica ed una valutazione formative e narrative, a scopo formativo e non punitivo e repressivo”. “Continueremo a mobilitarci, portando avanti la nostra idea di formazione, fatta dai 5 pilastri della scuola pubblica: diritto allo studio garantito, abolizione dell’alternanza scuola – lavoro, benessere psicologico e sicurezza, maggiore rappresentanza e maggiori diritti. Vogliamo un’immediata convocazione del Forum delle Associazioni Studentesche, non staremo in silenzio mentre vediamo i luoghi che viviamo essere resi luoghi di repressione e di sfruttamento” conclude Chiesa.

LEGGI ANCHE:

Total
7
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Contratto di ricerca, Verducci (PD): "Guai cancellare un diritto conquistato. Chiederemo 200 milioni l'anno in legge di Bilancio"

Next Article

Bufera sulla frase di Valditara: "Umiliazione serve per far crescere gli studenti". Poi il dietrofront: "Volevo dire umiltà"

Related Posts