Le creature degli abissi di Cavaliere riemergono all’Accademia delle Belle Arti di Bologna

Venerdì 8 e sabato 9 marzo in programma la prima italiana del progetto “Abyssal Creatures” di Francesco Cavaliere. Spazio anche per un confronto con gli studenti.

Le creature degli abissi prendono vita all’Accademia delle Belle Arti di Bologna: venerdì 8 e sabato 9 marzo 2024, l’Aula Magna dell’Accademia Belle Arti di Bologna ospita la prima italiana del progetto “Abyssal Creatures” di Francesco Cavaliere, a cura di Xing, che si articolerà in una installazione sonora visitabile nelle due giornate, con una attivazione come sound performance (ore 18.30 del venerdì) in cui l’artista attiverà una costruzione narrativa immersa nella materia sonora.

Come introduzione all’opera dell’artista, giovedì 7 marzo alle 11 e alle 15, l’aula “Perrone” dell’Accademia di Belle Arti ospiterà due momenti di incontro con Francesco Cavaliere, aperti al pubblico e agli studenti dell’Accademia a partire dai corsi della professir Carmen Lorenzetti.

Abyssal Creatures è un progetto di Francesco Cavaliere, curato e prodotto da Xing, che nasce come materializzazione di un percorso di scrittura fantastica, una saga immaginata dall’artista che si ispira alle immagini della flora marina degli abissi, ibridate con figure archetipiche dell’inconscio umano. I Corpi Abissali sono coagulazioni in vetro nella forma e funzione di sculture sonore, vengono presentati per la prima volta in Italia installati e performati dall’artista nell’arioso volume cubico che ospita oggi l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. 

Le nuove opere di Francesco Cavaliere sono un ensemble di sculture vitree concave, in vetro soffiato, che richiamano animali e piante delle profondità marine, creature non bipedi, trasparenti, lontane dalla rappresentazione umana. “Sono tre grandi corpi sonori che funzionano come strumenti musicali ambivalenti (idiofoni, come campane, e areofoni, suscettibili alle vibrazioni dell’aria) per cui sono state usate le due materie trasparenti per eccellenza – spiega l’autore – il vetro, forma rigida e cristallina, e il suono, elemento intangibile, che per vie aeriformi si muove e organizza. Gli elementi floreali delle sculture e le forme curvilinee costituiscono un insieme di risonatori sonori, conico cilindrici, che ospitano dei sistemi di riproduzione e diffusione sonora. Le sculture sembrano essudare rumori, il suono le attraversa come un sistema vascolare astratto”.

Nelle tre sculture in vetro di Murano (verde, arancione, e giallo) assemblate come dei vasi comunicanti, verrà diffusa una composizione sonora e le stesse saranno sollecitate dall’artista che si ibriderà con loro. Una vita sonora, fatta di alti e bassi umorali, di stasi e ventilazioni, che come una linfa andrà ad animare le sculture nominate Sàbanas I, Aliquomàs, Enquomanàsc, facendole illusoriamente vivere.

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