Lavorare nel sociale. Un settore in crescita

Il terzo settore si rivela, in controtendenza sul fronte occupazionale, in crescita in tutta Europa.

Nonostante la XII Indagine sulla Condizione Occupazionale dei laureati italiani condotta da Alma Laurea registra dati non rosei per l’attuale panorama lavorativo, appare in controtendenza il terzo settore. La fonte occupazionale europea, maggiormente in crescita di questi ultimi dieci anni, si sta affermando anche nel Bel Paese.
In Italia le possibilità di opportunità lavorative si sono raddoppiate, rispetto al principio del 2000, arrivando all’incirca a un milione di lavoratori retribuiti. Dunque, un lavoro di alta qualità che consente di esprimere a pieno la formazione e la cultura di una persona istruita e con notevoli competenze trasversali.
Si caratterizza da una presenza femminile predominante e anagraficamente giovane: personale per tre quarti femminile e per l’ 80% sotto i 40 anni. I dati citati sono stati presentati da Marco Crescenzi Presidente ASVI e Coordinatore dei Manager Non Profit Italiani, durante la presentazione a Cosenza della XII Indagine sulla Condizione Occupazionale dei laureati italiani.
“Cosa preoccupante per noi – dichiara Crescenzi – è la difficoltà a trovare figure professionali come i FundRaiser, la cui domanda supera ampiamente l’ offerta. La responsabilità grave, -continua Crescenzi – è anche dei media, che rappresentano il terzo settore come volontariato, attraverso storie, spesso stucchevoli, di buonismo e solidarietà, invece che di talento, impresa sociale e carriera etica. La responsabilità tuttavia è anche del settore, non ancora in grado di svolgere una comunicazione chiara ed attraente per i giovani talenti. L’Italia per calo demografico ha perso il 40% dei giovani 19enni…stiamo perdendo a chi affidare il futuro” conclude Crescenzi.
Il messaggio appare ancora più rilevante, considerando che il 2010 è l’anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale.

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