La tendenza: pause da scuola o da lavoro per fare sesso on line

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Aumenta l’esercito di chi fa cybersex Piacere low cost e a portata di clic. “Il web e’ un facilitatore di incontri: non stupisce dunque il dilagare di chat e porno online, ma anche dei siti di dating, dove l’obiettivo degli utenti, spesso donne, e’ quello di una relazione romantica. Il problema arriva quando la passione per cybersex (chat erotiche) o cyberporn (video porno online) diventa patologica, si trasforma in un pensiero intrusivo che domina la giornata, influisce sulle relazioni reali e incide pesantemente sulla produttivita’ sul lavoro”.

A descrivere all’Adnkronos Salute il mondo di ‘quelli che lo fanno via web’, un piccolo esercito come testimonia anche il successo di YouPorn, e’ Federico Tonioni, direttore del Centro per le psicopatologie da web del Policlinico Gemelli di Roma, autore del manuale ‘Psicopatologia web mediata, dipendenza da internet e nuovi fenomeni dissociativi’ (Springer). “Prima di tutto – premette – bisogna dire che il sesso via web non e’ sempre patologico, puo’ essere un modo come un altro per declinare il proprio desiderio, la propria fantasia, concedersi avventure spesso solo virtuali e sognare un po’. Il fatto di non arrivare mai a un incontro dal vivo consente di coltivare l’illusione, ma a volte le cose sono differenti: le emozioni del sesso virtuale diventano una ‘droga’ che porta a maratone online. La compulsivita’, l’ossessione e l’assenza di uno scambio vero e proprio con l’altro rappresentano campanelli d’allarme. Nella testa di chi e’ stregato dal cybersex il pensiero della connessione e’ dominante, eccita fin dalla mattina, anche se poi magari si naviga solo un’oretta”. Spesso accade che si arrivi a saltare la pausa pranzo per concedersi un momento hot in ufficio all’insaputa dei colleghi, “ecco perche’ sono convinto che si sottovaluti il peso di questo fenomeno sulla produttivita’: se lavori tutto il giorno con quel pensiero fisso, o fai pause online per indulgere al piacere, certo non potrai dare il massimo”.

Ma il sesso virtuale non e’ uguale per tutti. “Le donne preferiscono le chat e i siti di dating al porno”. Alla fine per le cybernaute il retropensiero e’ sempre quello del ‘principe azzurro’, magari virtuale. “Piu’ spesso degli uomini le donne puntano a una relazione, anche solo sul piano virtuale”. Discorso a parte per i giovanissimi, spiega l’esperto che nel suo ambulatorio ha avuto tante richieste di aiuto dai ‘webdipendenti’, visitando piu’ di 300 soggetti di cui circa il 20% sopra i 30-35 anni, stregati da gioco d’azzardo online e siti per adulti. “Il resto dei nostri pazienti, circa l’80%, sono stati proprio i ragazzi dai 12 ai 25 anni, fruitori di chat, social network e giochi di ruolo”. Ebbene, “nei giovani la relazione web mediata puo’ portare a una dissociazione del rapporto mente-corpo. In pratica – spiega – nel cybersex manca la fase della formazione: il sesso via web mette al riparo da emozioni, sensazioni ma anche dai problemi di quello reale. Ci si spoglia e si fa texting mandando immagini hard per avere ricariche, ma poi dal vivo si e’ in imbarazzo perche’ non si tratta di esperienze reali. Ecco che il pericolo e’ quello di un blocco, una timidezza estrema con gli altri in carne ed ossa”, che porta poi a una nuova fuga liberatoria sul web.

Tonioni e’ convinto che sia in corso un’evoluzione del modo di pensare e comunicare, “evidente specialmente fra i nostri adolescenti che, di fatto, sono stati i primi nativi digitali, ovvero quei bambini che non hanno conosciuto un prima del computer e che sono entrati da subito in relazione con il mondo globale, dove le variabili spazio-tempo sono vissute in modo sostanzialmente diverso rispetto al passato”. Lo stesso vale per le relazioni e il sesso. “In fondo dove c’e’ un tentativo di crescita ed evoluzione c’e’ sempre anche la possibilita’ della comparsa di nuove patologie, esattamente come accade nella biologia molecolare dove le cellule, nel tentativo di rigenerarsi, possono virare in senso tumorale. Per capirci – aggiunge lo psichiatra – i nostri giovani pazienti passano connessi ad internet tutto il tempo disponibile, hanno nella maggior parte dei casi compromesso il proprio iter scolastico o universitario, presentano stati dissociativi prima rispetto al corpo fisicamente inteso e poi a carico della propria identita’, manifestano un incremento dell’ideazione paranoidea, una difficolta’ specifica nel vivere le emozioni e quindi la comunicazione non verbale, fino ad un progressivo ritiro sociale”. Ragazzi che non hanno la consapevolezza di avere un problema, tanto che “spesso vengono scortati dai genitori presso il nostro ambulatorio dove poi, nella maggior parte dei casi, tornano spontaneamente”, conclude.

 

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