Qualora uno studente accettasse un contratto si ritroverebbe a dover pagare tasse di cui non si sanno ancora gli importi e che varieranno di comune in comune.
La Rete della Conoscenza – continua il comunicato – chiede con forza che il Governo e i Comuni agiscano tempestivamente per non indebolire ulteriormente un settore svantaggiato come quello degli studenti fuori sede, già schiacciati da affitti e spese che, in molte città sono diventati esorbitanti.
Ci preoccupa, inoltre, l’incertezza del gettito che proverrà da questa nuova tassa, andando a sostituire l’IMU che garantiva allo stato circa 4 miliardi di Euro, fondi che risulterebbero particolarmente utile se investite in istruzione e ricerca.
Non accettiamo – concludono i ragazzi – l’assenza strutturale di risorse da utilizzare con i servizi pubblici, anche una equa politica fiscale garantisce la giustizia sociale, verifichiamo che ad ora gli equilibri politici di Governo non stanno permettendo alcun miglioramento della situazione. Lotteremo, a partire dalla data dell’11 ottobre lanciata dall’UdS, affinché vi sia un rifinanziamento dell’Istruzione“.
Proprio in questi giorni il Corriere dell’Università si era occupato della questione affitti per gli studenti fuori sede nelle principali città universitarie italiane, con non poche sorprese.
RN