La scuola del futuro? Insegnanti a prova di quiz. Intervista a Francesco Sinopoli (Cgil): “Investire anche su chi fa la scuola”

La mobilitazione indetta per oggi venerdì 10 dicembre da Flc Cgil, Uil Scuola RUA, Snals Confsal, Gilda, Unams, And, Anief, Fisi, Cobas, Cub Sur e SISA, coinvolgerà per l’intera giornata tutto il personale docente e dirigente, di ruolo e precario. Si ferma anche il personale ATA.

I tempi in cui Maurizio Landini e il premier Mario Draghi si abbracciavano sotto l’occhio dei fotografi dopo l’assalto alla sede della Cgil sono ormai il passato. Nei giorni scorsi si è consumata la rottura politica sulle risorse da destinare in legge di Bilancio. La Cgil, assieme alla Uil, ha deciso di proclamare uno sciopero generale di otto ore contro la manovra finanziaria, anche a costo di rompere con la Cisl che ha deciso di non attuare alcuna forma di mobilitazione.

Francesco Sinopoli, 46 anni, è uno dei più giovani segretari di categoria in carica all’interno della Cgil e guida la Federazione dei lavoratori della conoscenza, che include la scuola, settore ampiamente toccato dagli effetti della pandemia in questi anni. E allo stesso tempo, tra i comparti più critici col governo, tanto che assieme a Uil, Snals e Gilda hanno proclamato lo sciopero di categoria per oggi, venerdì 10 dicembre che, dunque, anticipa la mobilitazione generale del 16 dicembre. Anche nel caso della scuola, la mobilitazione non coinvolge la Cisl, che ha indetto per il giorno 18 una manifestazione a Roma contro il governo ma con critiche “costruttive”.

A maggio le maggiori sigle sindacali della scuola avevano firmato un patto con il ministro Bianchi, perché secondo voi questa promessa non è stata mantenuta?

“La promessa non è stata mantenuta perché è prevalsa un’altra logica, che noi conosciamo da tanti anni, cioè quella del risparmio sulla scuola. La differenza rispetto agli anni passati è che veniamo da due anni di pandemia e ci saremmo aspettati un atteggiamento ben diverso, oltre al fatto, appunto, che c’era un patto sottoscritto”.

Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha presentato un programma per gli investimenti di parte dei fondi del Pnrr dedicati alla scuola. Si sta andando verso la giusta direzione?

“Il punto del Pnrr è come si collega la politica di bilancio dello Stato, lo abbiamo detto fin dall’inizio. Possiamo costruire delle ottime infrastrutture, che servono, ma se vogliamo garantire il tempo pieno e combattere l’abbandono scolastico abbiamo bisogno di tempo scuola e per questo servono insegnanti e personale, su cui non si sta investendo”.

Dove stanno sbagliando maggiormente governo e ministero?

“Io penso che il ministero, o meglio il governo, sulla scuola stiano sbagliando su tutto. Come anche sulla gestione dell’emergenza pandemica a scuola. Lo avevo detto questa estate e ora se ne accorgono tutti: a scuola non c’è distanziamento. Non ci volevano spiccate capacità per prevedere questa impennata dei contagi”.

La Cisl Scuola ha dichiarato che ormai ci sono pochi margini di intervento…

“I margini di intervento ci sono sempre perché è il governo che decide con il maxi emendamento. Purtroppo in questa situazione, più che negli anni passati, il Parlamento ha un ruolo marginale e questo non è bello”.

La riforma del reclutamento proposta dal Governo per le scuole secondarie sembrerebbe andare verso i sessanta crediti in materie pedagogiche per delle lauree abilitati e una prova a risposte chiuse, facilitata come quelle dei concorsi della pubblica amministrazione volute dal ministro Brunetta. Qual è la vostra posizione in merito?

“Noi pensiamo che il reclutamento debba essere ripensato e debba avere una solida base di formazione; serve un investimento importante e al momento anche su questo versante vediamo grande incertezza. Non si può andare ad insegnare a scuola con una prova a quiz”.

La Cisl non parteciperà allo sciopero. Come mai secondo lei questa decisione?

“Noi abbiamo fatto una valutazione di merito, come sempre dovrebbe fare un sindacato di fronte questo stato di cose con lo strumento di lotta per eccellenza che è lo sciopero. La Cisl condivide, credo, il 99% delle rivendicazioni ma crede che lo sciopero non sia uno strumento da utilizzare: io penso che la Cisl sbagli”.

La segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, ha dichiarato che lo sciopero è “più un gesto di rassegnazione che di lotta”. Vi sentite rassegnati?

“Il conflitto è il sale di qualunque democrazia. In particolare della nostra dove lo sciopero è garantito da un articolo della nostra Costituzione. Io penso che sia grave definire lo sciopero uno strumento di rassegnazione. Credo che in questo caso ci sia stato un grande errore, non ho mai visto un sindacato che delegittima lo strumento dello sciopero. E non vale la scusa della pandemia, perché mi sembra che in pandemia si faccia shopping quindi non vedo perché non si possa scioperare. Per me è rassegnato chi si accontenta”.

Che idea si è fatto sulla manifestazione indetta dalla Cisl per il 18 dicembre? Sarà una contromanifestazione?

“La Cisl avrebbe dovuto proclamare lo sciopero insieme a Cgil e Uil. Tra l’altro è uno sciopero che parte da piattaforme unitarie, i cui contenuti sono condivisi. Mi sembra che la manifestazione del 18 sia più una reazione che un’iniziativa meditata”.

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