La ricerca dell’Università di Tor Vergata che vuole mappare i luoghi della medicina della Roma imperiale

La ricercatrice Ambra Serangeli: “L’idea è di creare una mappa digitale degli spazi terapeutici della Roma imperiale”

Identificare e mappare i luoghi in cui veniva praticata la medicina nella Roma imperiale grazie alla testimonianza di Galeno di Pergamo, il più grande medico dell’antichità. È il progetto di ricerca dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata, finanziato con fondi Pnrr per giovani ricercatori detentori del sigillo di eccellenza della commissione europea (PNRR “Young Researchers” – SoE), ideato dalla dott.ssa Ambra Serangeli che ha come obiettivo quello di “localizzare i luoghi e gli spazi fisici in cui la medicina veniva quotidianamente praticata nella Roma del II secolo d.C. ed elaborare la prima mappa digitale della medicina romana d’età imperiale”. Come? Attraverso lo studio sistematico dei resoconti topografici e delle descrizioni degli spazi terapeutici contenuti nell’immenso corpus di opere di Galeno. Più di 20.000 pagine trasmesse in greco, latino, arabo, siriaco ed ebraico. “Una miniera non del tutto esplorata dagli studiosi, dalla quale è ancora possibile trarre informazioni nuove”, dichiara a Corriereuniv.it la ricercatrice.

Una mappa digitale dei luoghi della medicina

Medico personale di Marco Aurelio, Commodo e Settimio Severo, e membro di successo dell’élite romana, Galeno aveva una profonda conoscenza della società romana e aveva accesso al meglio che Roma poteva offrire a coloro che esercitavano la professione medica. Nel De Indolentia, per esempio, sono contenute preziose informazioni sul grande incendio che nel 192 d. C. distrusse importanti edifici della zona del Palatino, tra i quali il Tempio della Pace e gli Horrea piperataria, i magazzini imperiali delle spezie in cui Galeno riferisce di aver affittato uno spazio per conservare libri, preparati farmacologici e altri oggetti preziosi. Si tratta di una testimonianza unica, che ha trovato riscontro negli scavi archeologici tuttora in corso sotto la Basilica di Massenzio, grazie ai quali gli Horrea sono stati riportati alla luce. Questo straordinario ritrovamento è un’ulteriore prova dell’importanza della testimonianza di Galeno e dimostra la necessità di condurre una più ampia esplorazione delle informazioni topografiche presenti nel suo corpus di opere.

“La nostra idea è quella di creare una mappa digitale che possa offrire una topografia medica della Roma imperiale e una storia culturale degli spazi terapeutici”. La mappa digitale verrà realizzata con la collaborazione dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. “Si tratta di un progetto interdisciplinare che combinerà ambiti di ricerca diversi (filologia classica, storia della scienza, storia romana, archeologia, e storia della filosofia antica) – conclude Serangeli – e che mira ad elaborare un nuovo strumento di ricerca da mettere a disposizione degli studiosi della Roma antica”.

di Marco Vesperini

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