La Regione Toscana alla Corte Costituzionale contro l’accorpamento delle scuole

Il governatore Giani ha annunciato la volontà della Regione di ricorrere alla suprema corte contro la norma contenuta nella legge finanziare sull’accorpamento degli istituti scolastici. Pronti i ricorsi anche di Puglia, Campania ed Emilia-Romagna.

La Toscana farà ricorso alla Corte Costituzionale contro l’accorpamento degli istituti scolastici contenuto nell’ultima legge finanziaria approvata dalla maggioranza che sostiene il governo Meloni. A lei potrebbero presto aggiungersi Puglia, Campania ed Emilia-Romagna. L’annuncio è stato dato dal presidente della Toscana, Eugenio Giani: “In giunta regionale abbiamo deciso di proporre ricorso alla Corte Costituzionale contro quella norma della finanziaria, approvata nel mese di dicembre dal Governo, sugli accorpamenti scolastici. Questo significa che in Toscana gli accorpamenti portano a una riduzione del personale di circa 40 unità tra le figure di vertice oltre che il personale e funzionari di alto livello nelle segreterie. È evidente che con 40 direttori in meno si vanno ad accorpare istituti”.  

Il presidente ha ricordato anche di aver già preso posizione sulla polemica delle scorse settimane scaturita dall’ipotesi di accorpamento dei licei classici Galileo e Michelangiolo a Firenze, due scuole storiche del capoluogo. Ma ci sono altri casi di istituti scolastici nella regione. Giani ha evidenziato che “soprattutto nelle zone interne l’accorpamento di istituti va a pregiudicare la stessa capacità di svolgere un servizio scolastico adeguato nelle aree della Toscana diffusa, e questo pregiudica la funzionalità, l’efficienza, il servizio”.

“Col ricorso alla Corte costituzionale – ha aggiunto – vogliamo dire che la scuola pubblica non può essere penalizzata e ridimensionata, non può essere considerata oggetto di tagli in un momento in cui le Regioni come la Toscana hanno bisogno di offrire più qualità e quantità di servizio scolastico proprio nelle aree più disagiate”.

Giani ha chiesto al Governo di mettere più risorse sulla scuola: “Se c’è bisogno di risorse per poter consentire di lasciare inalterato il numero dei dirigenti e dei direttori didattici, questa è una priorità. Sulla legge finanziaria c’erano 35 miliardi, perché le maggiori insufficienze le abbiamo viste proprio su scuola e sanità? Alla sanità ne sono stati dedicati 2 miliardi, nella scuola ancora meno e il risultato è questo”.

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