La denuncia shock: “Con le scuole chiuse ragazzi colpiti da disturbi alimentari e autolesionismo”

Un gruppo di genitori ha presentato un esposto in Procura contro la chiusura delle scuole dovuta ai provvedimenti per contenere la pandemia.

La chiusura delle scuole durante la pandemia, soprattutto quella che ha riguardato gli istituti superiori, avrebbe causato “un incremento negli adolescenti di disturbi di tipo alimentare e  psicologico e di atti di autolesionismo, oltre ad abbandono scolastico e calo delle conoscenze fino al 50%”. Per questo in Emilia-Romagna un gruppo di genitori, che aderiscono alla rete nazionale “Scuola in presenza”, ha presentato un esposto-denuncia in Procura per verificare eventuali responsabilità penali relativi alla decisione di chiudere gli istituti scolastici a causa della pandemia da Coronavirus.

L’esposto, firmato da comitati delle province di Bologna, Ravenna, Rimini e Modena, punta il dito contro i provvedimenti emanati dalla Regione Emilia-Romagna che avrebbe determinato una forte compressione e violazione del diritto all’istruzione in presenza costituzionalmente garantito, attaccando anche l’ultimo protocollo sanitario che in caso di un alunno positivo impone la quarantena a tutta la classe.

“Da ottobre a oggi, spiegano i promotori dell’azione penale, la Regione “ha sempre chiuso le scuole anche in zona arancione, quando invece era possibile aprire almeno al 50%”, e lo avrebbe fatto “senza giustificazioni valide, perchè sarebbe provato come le scuole superiori non possano aver inciso sulla curva epidemiologica, dato che gli studenti delle superiori sono stati sempre in Dad ad eccezione dei 18 giorni in presenza dal 18 gennaio 2021″.

Nell’esposto si evidenzia inoltre che alle base dei provvedimenti di chiusura delle scuole e di quelli di adozione dell’attuale protocollo ci sarebbe l’affermazione di un incremento dei contagi a seguito della riapertura delle scuole, nonché di una maggiore contagiosità della cosiddetta variante inglese fra gli adolescenti. “Affermazioni che però sono smentite dai report Covid pubblicati dall’Ausl Emilia-Romagna – attaccano i firmatari dell’esposto – analizzando l’andamento dei contagi nel periodo 8-21 marzo, in cui tutte le scuole erano chiuse i contagi erano 2.921 nella fascia di età 0-18, numero che nel periodo 5-18 aprile, vale a dire quello successivo alla riapertura di tutte le scuole, scende a 1.199, con un calo di 1.722 unità”.

L’opinione dei comitati, dunque, è che in Emilia-Romagna “l‘accanimento ingiustificato ed illegittimo contro le scuole abbia determinato gravissimi danni alla salute di bambini e adolescenti, nonché la violazione del diritto alla scuola in presenza, applicando protocolli illegittimi e lesivi della libertà personale dei minori”.

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