Sinergia didattica fra una consigliera in Regione Lombardia per Fratelli d’Italia e l’assessora all’Istruzione e al Lavoro della Regione Veneto, Donazzan, che ha formulato la proposta di insegnare la caccia a scuola: “L’arte venatoria insegnata a scuola porterebbe ad un’interdisciplinarietà delle materie, ad un collegamento tra scienze, botanica, agricoltura, chimica, geografia, cucina e perché no anche storia. Abbiamo molto da raccontare”.
L’opposizione: abberrante
In trincea i deputati del MoVimento 5 Stelle: “L’idea di insegnare la caccia la scuola, frutto della proposta dell’assessora regionale veneta all’Istruzione e Formazione, sarebbe semplicemente ridicola se non fosse rivelatrice di quale funzione una certa cultura politica intende affidare alla scuola italiana, quella cioè di ‘inculcare’ idee e scelte di vita e non certo di formare persone dotate di libero arbitrio e spirito critico. Quella espressa dall’assessora veneta è un’idea pericolosa di cosa debba essere l’istruzione. Ancora una volta siamo costretti a intervenire per rimettere in fila concetti che dovrebbero essere scontati ma a quanto pare scontati non sono: la scuola non è e non deve essere il luogo della propaganda, ma quello della trasmissione di informazione pluraliste e scientificamente fondate, il luogo in cui soggetti esterni dovrebbero entrare in punta di piedi cercando di dare ai nostri ragazzi la possibilità di farsi un’idea propria. Questo non accade quando alcune aziende vanno a convincere gli studenti della bontà delle loro idee e a maggior ragione non può e non deve accadere pensando di inserire una pratica come la caccia tra le materie di insegnamento”.
tecnicadellascuola
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