Un ponte fra l’università e il mondo del giornalismo. La giornalista Lucia Annunziata ha provato a costruirlo, incontrando ieri gli studenti della LUISS in Viale Romania 32. Atmosfera rilassata e un pubblico partecipe hanno caratterizzato l’evento, terzo appuntamento dell’autunno 2012 del progetto didattico “Conversazioni Serali ”.
La natura dell’iniziativa è tutta nel nome: una chiacchierata informale tra studenti e personaggi importanti, al calar del sole. Il format prevedeva 20 minuti riservati all’ospite e il restante tempo dedicato alle domande del pubblico.
A scegliere con chi interloquire sono stati i ragazzi del comitato organizzativo del progetto, aiutati dal direttore generale dell’università LUISS Pier Luigi Celli. Nato nel 2010, il progetto è articolato in cicli semestrali che raggruppano ognuno un certo numero di incontri. Giunti al Quarto Ciclo, gli studenti hanno invitato Lucia Annunziata per un confronto sul giornalismo e i new media. Dalle cronache dei movimenti studenteschi nel ’70 per il Manifesto all’incarico di Direttrice dell’Huffington Post Italia lo scorso maggio, sono 43 anni di carriera per una delle professioniste più preparate del panorama giornalistico italiano.
Una competenza che spazia dal giornalismo tradizionale alle piattaforme online. “Internet ha aumentato i linguaggi e il giornalismo online è una realtà nuova ma ormai dominante. –spiega la Annunziata- Lavorare con le notizie su web obbliga il giornalista ad adattare le proprie competenze ad un nuovo strumento, bisogna imparare. Il brutto di Internet però è l’anonimato: chiunque può dire quello che vuole e proteggersi dietro l’assenza di firma”.
Una donna ottimista, energica, che si mostra dalla parte dei giovani e contro ogni forma di classismo e raccomandazione. “Guardate me, ho 62 anni e sono la prova provata che ti puoi chiamare Annunziata, avere taglia 48, l’occhio storto, essere figlia di Ferroviere e fare la tua carriera”. Per Lucia Annunziata contano passione e impegno, e esorta i ragazzi a cambiare un’Italia “feudale, maschilistica e medievale”.
Ai dubbi riguardo il percorso universitario di aspiranti giornalisti, risponde chiara e concisa: “Sulla mia scrivania sono arrivati più di 700 curricula. Più che titoli e master, io guardo quello che uno sa fare. Non è l’università di successo che vi forma, ma le esperienze. Il mio consiglio è: costruitevi un solido bagaglio culturale generale e poi specializzatevi nell’ambito che preferite. Quando andrete a fare un’intervista, dovrete quasi saperne di più della persona a cui fate le domande. L’entusiasmo dei ragazzi era palpabile. Come prima lezione di giornalismo è sufficie