John McCourt a Corriereuniv.it: “L’istruzione in Europa sta cambiando”. L’intervista

Il nuovo Rettore dell’Università degli Studi di Macerata: “Il mondo del lavoro ci dice di non recedere dalla solida formazione di base. Master rimangono strumento valido per interagire con il sistema economico”

John McCourt dal primo novembre è formalmente il primo rettore europeo di un ateneo italiano, più precisamente dell’Università degli Studi di Macerata. Irlandese, già direttore del Dipartimento di Studi Umanistici del medesimo ateneo e professore ordinario di Letteratura inglese, McCourt è presidente dellInternational James Joyce Foundation e componente del board dell’International Yeats Summer School. Corriereuniv.it lo ha intervistato per capire quale direzione vorrà imprimere ad una delle più antiche università italiane ed europee, in un periodo di grandi mutamenti per l’università europea e internazionale.

Lei ha parlato di aprire l’Università di Macerata all’Europa, e al mondo, cercando di contrastare la problematica dei pochi ricercatori e docenti che arrivano nelle università italiane: come pensa di fare?

Vedo l’Europa come una grande opportunità. Dobbiamo proporci noi come ateneo in chiave europea e muoverci in sintonia con le proposte dell’Unione Europea. Dobbiamo accrescere la nostra presenza nel mondo stringendo alleanze con altri atenei stranieri. Nelle ultime settimane, sono stato a Washington, a Cork, a Mainz per ribadire la volontà di aprirci e mi sono confrontato con il presidente della European University Association (che conta più di 800 università in 47 Stati) di cui vogliamo fare parte con un ruolo da protagonisti.

Qual è oggi il ruolo della formazione universitaria rispetto alla difficoltà di preparare i giovani ai cambiamenti del mondo del lavoro?

Dobbiamo ascoltare le istanze che provengono dal mondo del lavoro. Le organizzazioni che lo rappresentano a livello territoriale ci chiedono di non recedere dalla solida formazione di base, che si esprime con una precisa forma mentis e in una visione umanistica del mondo. In quest’ottica, sarà importante potenziare l’offerta attuale dei corsi master, che sono uno strumento efficace e agile per interagire con il sistema economico e con il mondo del lavoro ad alta qualificazione.

Come professore di Letteratura inglese quali sono le potenzialità su cui gli studi umanistici devono puntare per formare i professionisti di domani?

A me piace la sfida di essere un rettore europeo di un antico e prestigioso ateneo europeo situato in Italia. John Henry Newman aveva in mente la derivazione del termine “umanesimo” dal latino studia humanitatis, con cui si indicavano gli studi letterari e disinteressati, volti a formare la persona attraverso l’accesso a quelle conoscenze che nutrono l’etica, la libertà di pensiero e di parola, l’autonomia del giudizio, la forza dell’immaginazione, la creatività, la capacità critica, l’importanza del senso della comunità che in qualche modo deve sovrastare l’individualismo.  Il ruolo delle humanities è fondamentale per capire i cambiamenti profondi che stiamo vivendo – la transizione digitale, il cambiamento climatico, le guerre che sono esplose nel mondo- per capire il nostro passato, leggere il presente, e immaginare il futuro.

Quale sarà la ricetta, o le ricette, su cui punterà per dare nuova linfa alle immatricolazioni?

Dovremo essere più presenti nelle scuole superiori con attività di orientamento che inizino prima dell’ultimo anno. Lavoreremo per rinnovare la didattica, rafforzando le eccellenze del nostro ateneo, focalizzato sulle scienze umane e sociali, e puntando all’internazionalizzazione dei nostri percorsi. Infine, oltre ad offrire spazi per le lezioni, dobbiamo far sì che gli studenti vivano Macerata, una città bellissima e molto accogliente, come un campus dove sentirsi protagonisti attraverso attività culturali, sportive e sociali.

Qual è il suo rapporto con gli studenti e se e come cambierà da Rettore? 

Ho sempre impostato il mio rapporto con gli studenti all’insegna del dialogo e della massima apertura. Malgrado l’infittirsi della mia agenda per i tanti impegni da Rettore, voglio continuare a insegnare – e lo farò con un corso magistrale su letteratura e ambiente – proprio per riuscire a rimanere in stretto contatto con gli studenti, cosa di cui non potrei fare a meno per lavorare per il loro bene.

Quali sono in ambito dei fondi del Pnrr per la Ricerca le iniziative su cui punterete come ateneo? 

Inclusione sociale, ricostruzione post sisma e una visione che guarda al futuro: a questo saranno destinati i fondi del Pnrr che l’Università di Macerata sta intercettando e che ci permetteranno di valorizzare il contributo delle scienze umane e sociali per uno sviluppo inclusivo e sostenibile del territorio. L’Ateneo è impegnato in varie collaborazioni strategiche. Nell’ambito degli “Ecosistemi dell’innovazione”, ad esempio, siamo partner di altri otto atenei di Abruzzo, Marche e Umbria e la nostra linea di progetto riguarderà l’implementazione di soluzioni intelligenti e programmi educativi per l’antifragilità e l’inclusione, abbracciando il patrimonio culturale, il turismo, l’industria, la finanza, i servizi, e le industrie culturali e creative.

Rispetto alla nuova direzione di alleanze tra atenei europei per una nuova tipologia di mobilità, sia studentesca che di ricercatori, e di potenziamento della ricerca, dove si collocherà l’Università di Macerata

Macerata è il contenitore di tantissime iniziative di respiro internazionale, ma non si è mai data gli strumenti per ottimizzare questa ricchezza. Per questo ho indicato tra le priorità l’istituzione di un Center for European and Transnational Studies, un centro multidisciplinare e multiculturale, una cassa di risonanza di ciò che già esiste e un propulsore di idee nuove e di percorsi finora intentati. Il panorama dell’istruzione in Europa sta cambiando. Nel 2017 i leader dell’Unione europea hanno delineato una visione per l’istruzione e la cultura invitando gli Stati membri dell’UE a rafforzare i partenariati strategici tra gli istituti di istruzione superiore di tutta l’UE e favorire l’emergere, entro il 2024, di una ventina di ‘università europee’ composte da reti di università di tutta l’UE, caratterizzate da un approccio dal basso verso l’alto, che consentano agli studenti di ottenere un diploma combinando gli studi in diversi paesi dell’UE e contribuiscano alla competitività internazionale delle università europee.

Noi lavoreremo dentro questa cornice per entrare in una alleanza europea di università e per garantire un futuro innovativo e europeo per le nostre studentesse e studenti e per l’intera comunità educativa di Macerata. Dobbiamo, inoltre, accrescere e diversificare i canali di accesso alla nostra Università da parte degli studenti internazionali, anche con corsi meno strutturati dei titoli doppi, come winter e summer school, ma in grado di valorizzare le nostre peculiarità più attrattive. Infine, dobbiamo insegnare e fare ricerca in chiave internazionale, attraverso aggiornamento costante dei docenti per affinare le tecniche di insegnamento a classi internazionali e per rafforzare l’expertise che serve a pubblicare su riviste e con editori internazionali.

Ad inizio novembre si è concluso a Barcellona il primo summit degli studenti dell’UNIMED, l’Unione delle Università del Mediterraneo, di cui Macerata, insieme con altri università delle Marche, fa parte, vista la situazione geopolitica internazionale in Europa, come si collocherà la sua spinta di internazionalizzazione verso le università del Nord Africa e del Medio Oriente?

La cooperazione internazionale con istituzioni accademiche e sistemi formativi e produttivi di contesti emergenti in Asia, Africa, America Latina rappresenta un’importante opportunità per rafforzare il nostro ruolo di co-costruttori di conoscenza e non di esportatori, contribuendo al difficile equilibrio tra la dimensione globale e locale per valorizzare i saperi e le pratiche territoriali in un’ottica di co-sviluppo internazionale. Siamo già presenti, per esempio, nel campo delle ricerche archeologiche e sviluppo turistico nei siti di Antigonea e Palokaster in Albania.

LEGGI ANCHE:

Total
46
Shares
Lascia un commento
Previous Article

L'università San Raffaele "scarica" la studentessa da record: "Non imitatela. Vieteremo le lauree anticipate"

Next Article

Prof violentò studentesse: dovrà risarcire la scuola ma non le sue vittime. Ira dei genitori

Related Posts