Jobs Act, arriva la fiducia. Ma gli studenti rilanciano: “Il 12 torneremo in piazza. Non ci fermeremo”

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Dopo mesi di opposizione, sfilate, manifestazioni nelle piazze e tensioni, nella giornata di ieri è stato approvato il Jobs Act in Senato, chiudendo così l’iter parlamentare.

“Nonostante le proteste dei movimenti studenteschi, dei precari e gli scioperi sindacali contro questo provvedimento” – dichiara Riccardo Laterza, Portavoce Nazionale della Rete della Conoscenza – “il Governo ha approvato il Jobs Act, riducendo al minimo i tempi di discussione e apponendo la fiducia sul testo uscito dalla Camera. Ha fatto questa forzatura blindando il centro di Roma e impedendo a centinaia di studenti e precari di esprimere il proprio dissenso. Se Renzi pensa che questa forzatura sia sufficiente per pacificare il Paese e far digerire una riforma del mercato del lavoro che prevede meno diritti per tutti si sbaglia di grosso”.

“Si è svelata la natura autoritaria del Governo, che preferisce far manganellare studenti minorenni che stanno occupando le scuole contro La Buona Scuola e il Jobs Act, precari e lavoratori con brutalità, invece di rispondere ai loro reali bisogni” – continua Danilo Lampis, Coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – “Si è aperta una questione democratica: non accettiamo che le istanze sociali vengano liquidate in questo modo. Il Premier in nostro nome toglie diritti e tutele, anziché estenderli a chi subisce il ricatto della discontinuità di reddito e delle condizioni atipiche di lavoro. La liberalizzazione dei contratti a termine introdotta dal Decreto Poletti, la cancellazione definitiva dell’articolo 18, le norme su demansionemanto e controlli a distanza non sono la soluzione, bensì parte integrante del problema”.

“Questo è l’ennesimo attacco al mondo del lavoro ed alle prospettive di vita delle giovani generazioni” – conclude Alberto Campailla, Portavoce nazionale di Link – Coordinamento Universitario – “Nessuna fiducia potrà fermarci e anche di fronte all’approvazione della legge delega al Senato non fermiamo la nostra mobilitazione. Porteremo avanti nelle piazze sia l’opposizione ai decreti delegati che il Ministro Poletti dovrà emanare nei prossimi mesi sia la nostra alternativa al progetto del Governo, a partire dalla giornata di sciopero generale del 12 dicembre quando gli studenti torneranno in piazza in tutto il Paese per contrapporre diritto allo studio, reddito di base, diritti e lavoro di qualità contro la precarietà”.

“L’Italia cambia davvero. E noi andiamo avanti” – ha commentato il premier Matteo Renzi. Il ministro Poletti: “Ora si deve procedere spediti con i decreti attuativi. Operativo da gennaio il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti”.

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