Istituti Tecnici Superiori (ITS): il 60% dei diplomati trova subito lavoro

istituti tecnici superiori its

Quasi il 60% dei ragazzi che hanno conseguito il titolo in un Istituto Tecnico Superiore (ITS) ha già trovato lavoro. Questo il dato che emerge dalla terza convention annuale degli ITS, tenutasi oggi a Verona, nell’ambito della mostra convegno Job&Orienta.

Degli 825 diplomati negli istituti Tecnici Superiori, infatti, ben 491 (il 59,52%) ha trovato lavoro al termine degli studi, in genere all’interno dell’azienda in cui hanno svolto il tirocinio.

Entro l’anno, i giovani ad aver conseguito la qualifica saranno circa 1000 per questo primo ciclo di ITS partito nell’a.s. 2010-2011 e ora in fase di conclusione.

A commentare i positivi dati di bilancio Gabriele Toccafondi, sottosegretario all’Istruzione: “Gli ITS stanno dimostrando, numeri alla mano, di essere un modello assolutamente vincente nel rapporto scuola-lavoro: ce lo dicono non solo il numero dei nuovi iscritti e dei frequentanti, ma anche i pochi abbandoni. Il sistema risulta particolarmente efficace perché i ragazzi svolgono un percorso di formazione che coniuga bene la teoria con la pratica in azienda. Per aumentarne i frequentanti fondamentale resta – prosegue Toccafondi – il ruolo delle scuole secondarie, in questo caso soprattutto professionali e tecniche, che devono svolgere per i loro studenti una costante attività di orientamento”.

Le Fondazioni ITS regolarmente costituite nel nostro Paese sono oggi 64; ne fanno parte 132 Istituti tecnici e professionali, 280 imprese e associazioni di imprese, 74 università e centri di ricerca e 116 strutture accreditate per l’alta formazione. Al 31 dicembre 2012 sono stati effettivamente attivati 138 percorsi, frequentati da 2.971 studenti, di cui il 23,6 % di sesso femminile. Per l’anno 2013 le Regioni hanno comunicato l’avvio di altri 109 percorsi, per un totale quindi di 247 con circa 5.000 frequentanti.

Gli Istituti tecnici superiori rappresentano a livello italiano l’unica offerta formativa non accademica di livello terziario e sono frutto di una strategia innovativa, fondata sulla connessione delle politiche d’istruzione, formazione e lavoro con le politiche industriali; hanno principalmente durata biennale e sono articolati in 1800/2000 ore, delle quali almeno il 30% svolte in tirocini, anche all’estero, presso imprese tecnologicamente più avanzate.

I docenti devono provenire, per almeno il 50%, dal mondo del lavoro e delle professioni e possedere una pregressa esperienza di almeno cinque  anni nel settore di riferimento. Nascono come percorso pensato per sostenere i distretti produttivi dei diversi territori, con particolare riferimento ai fabbisogni di innovazione e di aggiornamento tecnologico delle piccole e medie imprese.

Ogni ITS afferisce a una fondazione di partecipazione, che comprende scuole, enti di formazione, imprese, università e centri di ricerca, enti locali. Le aree tecnologiche sono sei: efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie della vita, nuove tecnologie per il made in Italy (sistema agroalimentare, sistema casa, sistema meccanica, sistema moda, servizi alle imprese), tecnologie innovative per i beni e le attività culturali/turismo, tecnologie della informazione e della comunicazione.

 

 

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Università: guerra ai "furbetti delle borse di studio"

Next Article

Horizon 2020, stanziati 78,6 mld per la ricerca. Carrozza: "L'innovazione tra le priorità dell'agenda Europea"

Related Posts
Leggi di più

Tirocini e stage: una guida per conoscerne tutti i segreti

Ogni anno in italia gli "stagisti" non sono meno di 700mila. Dal 2014 il newsmagazine RepubblicadegliStagisti.it offre una bussola per cercare di orientare al meglio chi si affaccia per la prima volta al mondo del lavoro. Lunedì 13 maggio presentazione alla Cattolica di Milano.