Iscriversi a due corsi di laurea? L’Italia lo vieta e l’Europa accoglie i nostri studenti

LAUREE IN CONTEMPORANEA – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di uno studente del Politecnico di Bari al Ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza

Caro Ministro,
sono uno studente di Ingegneria Civile del Politecnico di Bari ed ex studente in Ingegneria Edile. Io ed alcuni miei colleghi, non centinaia ma forse una decina, quindi una ristretta “élite” del Politecnico di Bari, abbiamo “perso” in termini di tempo da un anno e mezzo ai due anni per poter effettuare un semplice trasferimento da un’ingegneria ad un’altra con la condizione di superare tutti gli esami che differivano nelle due ingegnerie in questione (Edile – > Civile ) per poi accedere alla magistrale, in questo caso Magistrale in Ingegneria Civile. Per non dilungarmi molto con i dettagli la rimando a leggere la mia lettera originale pubblicata sul blog del professore Ciavarella in cui ci sono maggiori dettagli sulla questione tecnica.
Quindi mi sono domandato: perché non si premiano gli studenti che hanno dato di più di altri, invece di penalizzarli dato che hanno perso anni con gli studi?
Nel trasmettere e pubblicare la mia lettera, il Prof. Ciavarella nell’articolo scritto nel blog ha allargato il tema, citando una lettera di un altro studente che recentemente ha scritto al Ministro Profumo, lamentando di non poter frequentare due corsi di laurea insieme. L’articolo del Prof. Ciavarella suggerisce che in molte nazioni europee ci sono pochi limiti a svolgere 2/3 lauree contemporaneamente. Da informazioni raccolte su internet: in Polonia si possono fare una quantità infinita di corsi contemporaneamente; in Germania alcuni corsi sono già strutturati in modo da farti studiare più materie (materie nel senso di corso di laurea). Si può uscire con la laurea di storia moderna, scienze politiche e qualcos’altro. Nella laurea finale sono scritti esplicitamente questi 3 titoli. Esperienza di una ragazza in Austria: “A Vienna studiavo traduzione, ma non ero molto convinta e per un anno mi sono iscritta ad economia: 2 corsi di laurea completamente distinti, anzi erano proprio 2 università diverse, ma con le stesse tasse potevo frequentarli entrambi. Avrei potuto frequentare anche 5 corsi di laurea in diverse città dell’Austria in teoria. Poi mi sono convinta a continuare traduzione e ho fatto inserire gli esami di economia come opzionali. Quando sono passata a studiare in Italia ho dovuto chiedere un nulla osta speciale ad entrambe le facoltà, perché mi dissero che se risultavo iscritta in un’altra università la mia iscrizione sarebbe stata invalidata, perché in Italia non si può per legge essere iscritti a più di un’università contemporaneamente”.
Lei, Ministro Carrozza, con i Suoi uffici potrà approfondire la cosa. Mi sa che addirittura violiamo certe regole di parità con i paesi europei, dato che un qualsiasi cittadino europeo di qualsiasi nazione viene ad avere più diritti di uno italiano. Forse qualche studente farà ricorso alla Corte Europea dei diritti per far cancellare questa norma fascista assurda, o lo può fare Lei prima?
Da noi sono fioccati i “double degree” (spesso citati così con notazione anglofona come se non esistesse la notazione Italia “doppia laurea”), (e secondo Sole24 ore “Doppia laurea in un ateneo su tre” di Eleonora Della Ratta del 2008, ce ne sono uno ogni 3 Università Italiane), e anche “triple degree” (emblematico il caso descritto da Corsera, 11/5/2007, “Arriva la laurea «tripla», i corsi in tre Paesi” dell’ateneo della Valle d’aosta), ma attraverso il passaggio dall’estero, non sempre dalle Università straniere più prestigiose.
Non le sembra un’implicita ammissione di sconfitta da parte del Ministero che Lei rappresenta, indirettamente autorizzare doppie e triple lauree, purché conseguite tutte all’estero oltre la prima italiana? Non le pare che tutti i programmi attuali di double degree automaticamente riconoscano la superiorità delle Università straniere oggetto degli accordi?
Alla luce di tutto ciò pongo un’ultima domanda: perché l’Italia non regolarizza la situazione rispetto allo standard europeo ed abolisce questo stupido vincolo a non seguire più corsi universitari contemporaneamente? Se la risposta del Ministro Profumo allo studente Leonardo Gerino è stato un parere negativo, anche se non definitivo, magari il Ministro Carrozza, che tanto nuovo slancio sta portando all’Università in pochi mesi con iniziative lodevoli, vorrà cambiare questo parere, o almeno iniziare un discorso su come cambiarlo parzialmente con gli organi politici, accademici, e ministeriali?
Cordiali Saluti
Cucumazzo Vincenzo
Studente del Politecnico di BARI

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