Come i dottorandi qualche giorno fa, anche i precari dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) hanno scelto lo strumento della lettera aperta – rivolgendosi stavolta ai ministri Brunetta e Gelmini – per lanciare un Sos e cercare una soluzione ai loro problemi, in vista di una pronta stabilizzazione che – da mesi – tarda ad arrivare.
«Chiediamo al governo un immediato provvedimento che permetta di garantire il lavoro del personale precario», afferma il Coordinamento precari dell’ente nel documento. L’Ingv, si legge nella lettera, «è in difficoltà: l’ente che ha come ruolo primario il servizio di sorveglianza sismica e vulcanica del territorio italiano corre il concreto rischio di perdere buona parte del personale precario e, con esso – denuncia il Coordinamento – la capacità di svolgere il proprio compito in modo efficiente».
Gli oltre 300 lavoratori precari – di cui quasi 250 inseriti nel processo di stabilizzazione del personale – da settembre del 2008 manifestano la fortissima preoccupazione per il proprio futuro. Ricercatori e tecnici precari, si sottolinea, «che in una lunga carriera hanno maturato una formazione di altissimo profilo e che per tale motivo sono parte integrante della attività di sorveglianza. Competenze che hanno permesso di indirizzare l’intervento della Protezione Civile fin dai primi secondi successivi al disastroso terremoto del 6 aprile».
Questi lavoratori, denuncia il Coordinamento, «vedono davanti a sé solo incertezza: è un’incertezza che si ripercuote sullo svolgimento dei servizi; i turni di sorveglianza sismica, l’installazione, la manutenzione e l’aggiornamento delle reti di monitoraggio sono alcuni degli aspetti che possono essere compromessi dalla perdita di queste competenze».
Tre ordini del giorno, conclude il Coordinamento rinnovando la richiesta di intervento, «sono stati approvati alla Camera e al Senato, con l’impegno del governo ad intraprendere con urgenza le misure necessarie ad assicurare il completamento del processo di stabilizzazione del personale e a garantire all’Istituto la possibilità di avvalersi della prosecuzione dei contratti di lavoro a termine».
Manuel Massimo