Mobilità dei ricercatori, reciproco riconoscimento delle carriere, maggiore autonomia dai vincoli della Pubblica amministrazione e utilizzo di infrastrutture scientifiche e tecnologiche comuni. È questa la ricetta utile a riaffermare il ruolo strategico della ricerca nel nostro Paese, rilanciata nel corso della Giornata della Ricerca, tenutasi ieri, 18 aprile, all’Università di Milano–Bicocca, alla quale hanno partecipato Stefania Giannini, Ministro dell’Istruzione, Massimo Inguscio, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, i rettori Cristina Messa, della Bicocca, Gianluca Vago, della Statale, Fabio Rugge, dell’Università di Pavia, Sergio Pecorelli, dell’Università di Brescia e Marco Enrico Ricotti, delegato alla Ricerca del Politecnico di Milano.
Diverse le indicazioni emerse dal confronto per rendere la ricerca più efficace e competitiva. La necessità di una semplificazione della mobilità dei ricercatori, intesa come possibilità di muoversi in Italia e all’estero ma anche tra atenei e enti di ricerca, con il rispettivo riconoscimento delle carriere. La condivisione delle infrastrutture di ricerca (laboratori e attrezzature) e, soprattutto, la collaborazione sui progetti di punta già attivi, creando sinergie e non sovrapposizioni o, peggio, progetti paralleli sulle stesse aree che non dialogano.
“Per la ricerca – ha affermato il presidente Massimo Inguscio – è arrivato, dopo un lungo “inverno” a livello politico, un momento da cogliere e sfruttare: tra i primi segnali di quest’inversione di tendenza, fondamentale è l’assegnazione a enti e atenei – decisa dal Ministro Giannini – di un numero di posti per giovani brillanti che finalmente avranno concrete opportunità, con meccanismi di selezione basati sui migliori standard internazionali. I posti sono quindi quantitativamente limitati (con l’auspicio di una progressione futura) ma qualitativamente importanti. Altri elementi del Piano nazionale della ricerca, poi, consentiranno di rafforzare la capacità attrattiva verso i giovani del sistema ricerca. Attrarre i giovani e consentire loro una formazione e un’attività di ricerca libere significa garantire, data l’assenza di stratificazioni culturali che li caratterizza, quell’interdisciplinarità che, ad esempio, all’università Bicocca ha consentito lo sviluppo di nuove scuole come quella di scienza dei materiali, tematica in cui il CNR è leader. I giovani, inoltre, possiedono spontaneamente quella voglia di curiosa mobilità che fa ricca la cultura”.
“Questo governo – ha dichiarato il ministro Stefania Giannini – ha rimesso al centro dell’agenda e degli investimenti le politiche per la conoscenza. Con il Programma Nazionale per la Ricerca investiremo 2,5 miliardi di euro per rilanciare la nostra strategia in
questo settore. L’ambizione e l’obiettivo sono comuni: fare della ricerca una leva di crescita economica e di leadership scientifica e culturale del nostro Paese nel mondo”.
“Università ed Enti di ricerca – ha detto il rettore Cristina Messa – devono unire le forze e lavorare in sinergia attraverso un sistema integrato e agile che può essere organizzato per diversi campi di analisi, per infrastrutture e mobilità di ricercatori. Occorre uno snellimento burocratico che garantisca la restituzione massima dell’investimento. Il dialogo tra Cnr e Università è, infatti, fondamentale per una crescita del ruolo della ricerca per il nostro Paese; questa collaborazione, già solida, punta a rafforzarsi sempre più nel futuro”.
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