Il mistero del male in un monologo in versi

Debutta oggi con la prima nazionale lo spettacolo “Io, sola, ho visto”, nato da un incontro quasi fortuito, come un inevitabile destino, tra Giorgio Taffon, Lele Vezzoli e Diana Höbel. Dopo l’esordio londinese, nella rassegna ItalianTheatreSeason, sarà in scena al Teatro Vascello (Sala Piccola Nuova) di Roma dal 28 maggio al 1 giugno.
È un monologo in versi, che richiama i registri delle tragedia antica ed anche la struttura dei libretti d’opera italiani per giungere alla lezione di Giovanni Testori. Tramite questa scrittura l’autore, Giorgio Taffon, ha voluto raccontare attraverso la voce di una giovane donna, interpretata da Diana Höbel, l’esperienza e il mistero del male, i limiti delle nostre azioni e i confini incerti del nostro vivere.
Come lui stesso afferma, questo testo è un esasperato soliloquio sull’orlo di un’incurabile disperazione; una cupa rassegnazione. O forse è il racconto di un orribile sogno, di un folle incubo. O forse è solo un appello rivolto a se stessa e a chiunque altro la vorrà ascoltare, in cui le parole sembrano trasformarsi in un inno alla vita e all’amore.
Per il regista Lele Vezzoli «il dolore è un fratello che accomuna gli uomini e li accompagna per le strade della vita come un fardello racchiuso in una valigia della quale si ha necessità, per vivere, di disfare e rifare, aprire e richiudere, aprire e raccontare, chiudere e piangere. Il supplizio Tantalico che le affido è costringerla a testimoniare in eterno quello che “Lei sola ha visto”».
Per informazioni e prenotazioni per il pubblico:
Carlo Dilonardo
Tel. 392.150.51.71
E-mail: [email protected]

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