Il Merito non si cancella: bocciata la proposta di cambiare il nome del Ministero dell’Istruzione

Le forze di maggioranza, assieme ad Azione e Italia Viva, rimandano al mittente il tentativo di Pd e M5S di cancellare la parola “merito” nella denominazione del nuovo Ministero dell’Istruzione guidato da Giuseppe Valditara.

L’Istruzione in Italia (almeno fino a quando resterà in carica il governo Meloni) farà rima con Merito. Ieri, infatti, la Camera ha bocciato gli emendamenti presentati da Pd e MoVimento 5 Stelle che chiedevano un ritorno al passato per il ministero guidato da Giuseppe Valditara: ovvero tornare a chiamare il dicastero di Viale Trastevere semplicemente “Pubblica Istruzione”. I partiti di maggioranza, ovvero Forza Italia, Fdi e Lega, hanno potuto contare sull’appoggio anche di calendiani e renziani che hanno respinto la proposta di cancellare la parola Merito.

Maggioranza aiutata dal Terzo polo

È stata l’ex ministra del Sud Mara Carfagna, ora terzopolista, a bocciare senza appello le modifiche presentate da Pd e 5Stelle: “Noi siamo contro questi emendamenti pretestuosi e incomprensibili, perché il merito è di tutte le società avanzate. Quale sarebbe l’alternativa al merito? Il nepotismo?”.

Emendamenti inutili

Dall’altra parte il Pd ha cercato di portare a casa il blitz con una serie di emendamenti però tutti bocciati. “Avete imboccato questo concetto del merito contromano, perché anche noi siamo per il merito come è scolpito nella Costituzione e non per l’ambigua categoria della meritocrazia” ha detto Gianni Cuperlo appellandosi alla “buona volontà” di Azione e Italia Viva che non hanno fatto marcia indietro. Il che ha fatto gridare a una “nuova alleanza” di governo. “È anche questo un fatto politico e culturale significativo, che sancisce la distanza tra Pd e M5Stelle e il Terzo Polo” ha detto il dem Stefano Vaccari mentre Elisabetta Piccolotti, della Sinistra-Verdi, ha denunciato: “Si è trattato di un pessimo segnale”.

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