Il lavoro ai giovani italiani lo trovano i professori. E’ il risultato della ricerca “Sussidiarietà e… neolaureati e lavoro” dell’Università Cattolica e di Almalaurea, realizzata per la Fondazione per la Sussidiarietà.
Inutile chiedere aiuto a conoscenti, per il 10% dei 6mila intervistati. A quattro anni dalla laurea, si rivela inefficace anche rivolgersi ad amici (9%) e a parenti (4%). I canali più efficaci sono l’autocandidatura (25%) e la risposta ad annunci (13%).
Attenzione, però: anche tra chi ha fatto ricorso a canali di mercato tradizionali, si individua l’esistenza di una “persona determinante” nell’ottenimento del lavoro.
Tra coloro che hanno usufruito di una “persona di contatto”, la maggior parte ha fatto riferimento a legami deboli con quadri intermedi o direttivi (43%).
Seguono i legami di amicizia con collaboratori o impiegati (21%) e i legami familiari con imprenditori o lavoratori in proprio (16%).
Il dato più interessante che emerge dalla ricerca è però che il ponte tra università e lavoro è uno dei fattori determinanti per trovare un lavoro soddisfacente. Il profilo degli intervistati che hanno trovato lavoro tramite legami formativi è incoraggiante.
Spesso sono laureati nel gruppo geo-biologico, lavorano nel ramo dell’istruzione, della ricerca e della sanità, ma anche nel settore pubblico. Inoltre, guadagnano più della media.
AZ