Il figlio ha una paralisi celebrale, chiede inutilmente assistenza alla scuola

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Sono parole molto dure quelle della madre di Gabriele, Margherita Bravo, da mesi in lotta contro il mondo della scuola e della burocrazia della Sicilia. 
Suo figlio è stato colpito da paralisi celebrale alla nascita. Ora ha nove anni e ha bisogno di un assistente che lo imbocchi e che gli somministri dei farmaci, in caso di crisi epilettica. A scuola, però, hanno paura che soffochi e nessuno lo imbocca. E’ per questo che la donna ha dovuto chiedere al Preside di poter supplire alla mancanza in prima persona.

“E’ incredibile come lo Stato ti obblighi a mandare i figli a scuola e poi li metta in pericolo non fornendogli l’assistenza necessaria e qualificata”, ha detto.
 L’assistente di igiene personale per l’autonomia delle persone e la comunicazione è presente a scuola, nelle ore prestabilite, ma si rifiuta di imboccare Gabriele: il piccolo rischia infatti di soffocare, a causa della sua grave disfagia.
 La madre denuncia, inoltre, l’assenza di un ‘bagno per diversamente abili ed una stanza dove poterli cambiare’.

Negli ultimi due anni di scuola primaria, la donna ha chiesto un permesso speciale al preside della scuola e ha coperto così le necessità del figlio in prima persona. “Alle 10.30 entro in classe e faccio bere mio figlio. Do da mangiare al mio piccolo, ma chi se ne occupa dalle 9 alle 10.30 e da dopo l’intervallo fino alla fine delle ore di scuola? Gabriele, non potendo parlare, non può nemmeno chiedere aiuto”, ha detto la donna.

Per suo figlio, Margherita Bravo ha trovato una soluzione tampone: ma non si tratta di una situazione isolata e la scuola italiana dovrà trovare un modo per rispondere all’emergenza.

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