Promuove il risparmio, la valorizzazione e il corretto uso della risorsa idrica il Salone Professionale delle Tecnologie per l’Acqua – Hydrica, che prende il via quest’oggi a Padova. L’evento, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, si svolge in collaborazione con l’Istituto di ricerca sulle acque (Irsa) del Consiglio nazionale delle ricerche e altre istituzioni pubbliche e private del settore.
Hydrica si sviluppa in una sezione espositiva e in una congressuale, che comprende un programma di aggiornamento per gli operatori privati e pubblici, articolato dagli aspetti gestionali, a quelli energetici, sino alla salvaguardia ambientale. In particolare, il contributo dell’Irsa-Cnr per tale sezione riguarda un dibattito su “Il contributo delle imprese nella depurazione degli scarichi e nel risanamento delle acque sotterranee”, previsto per le 15 di oggi.
“L’accresciuta sensibilità ambientale”, spiega Roberto Ramadori, ricercatore dell’Istituto, “sta facendo maturare, anche se lentamente, la convinzione che sia necessario un nuovo approccio al disinquinamento delle acque di scarico. L’esigenza, sempre più avvertita, è quella di una tecnologia sostenibile, che sarà volta al recupero energetico e al recupero di materie prime (nutrienti in primis)”.
La presenza di microinquinanti emergenti nelle acque di rifiuto e nelle acque naturali è, invece, l’argomento che verrà affrontato mercoledì 24 (ore 9-13, Sala 7) nella relazione su “Tecnologie per la riduzione del fango prodotto negli impianti di depurazione civili”.
Spiega Giuseppe Mininni dell’Irsa-Cnr: “La criticità di tale problematica è determinata dalla scadenza del 30 giugno prossimo per la piena applicazione della disciplina sulle discariche. Oltre tale termine non dovrebbe essere più consentito lo smaltimento in discarica dei fanghi, con le conseguenze facilmente immaginabili per tutti i numerosi gestori degli impianti di depurazione i cui fanghi non possono essere destinati all’uso agricolo diretto o tramite compostaggio. Sono perciò richiesti interventi immediati sugli impianti con l’obiettivo di minimizzare la produzione dei fanghi, il cui smaltimento potrebbe altrimenti diventare così impegnativo da risultare praticamente impossibile”.
I microinquinanti organici nelle acque di scarico saranno al centro del dibattito che si svolgerà il 25 (ore 9-13, Sala 7). “L’individuazione degli impianti di depurazione di scarichi civili quali fonti di contaminazione da microinquinanti organici delle acque superficiali”, sostiene Luisa Patrolecco, ricercatrice Irsa-Cnr, “suggerisce di sviluppare schemi di trattamento in grado di migliorare l’efficienza di rimozione di questi composti, soprattutto nell’ottica di un riutilizzo sia del refluo trattato sia dei fanghi di depurazione. Tanto più nel caso di contaminanti emergenti o che abbiano riscontrate proprietà di interferenti endocrini, in grado di provocare effetti dannosi a carico degli organismi acquatici e, per ultimo, dell’uomo”.
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